martedì 7 luglio 2015
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Caro direttore,rientri a casa e senti puzza di bruciato dappertutto… Cerchi riparo, ma non hai scampo. Ormai è dentro casa. Si infiltra tra le fessure, entra nelle stanze, nelle narici, nei polmoni, si appiccica sulla pelle bagnata di sudore per il caldo soffocante. Eccola, di nuovo, questa puzza di bruciato maledetta. Sempre la stessa. Cerco di capire da dove proviene, ma nel buio non si vede nulla. Ma si sente, si sente maledettamente, come una mano che ti strangola lentamente. Può essere un rogo vicino, oppure lontano, in un altro paese distante anche parecchi chilometri. Non importa: l’aria è la stessa, accomuna tutti, non fa distinzione di sesso, di età, di paese, di ceto sociale, di religione, di etnia… Su questo è molto rispettosa della Costituzione della nostra Repubblica, ben più di uno Stato assente (o forse consenziente) che non riesce a bloccare un manipolo di uomini senza coscienza e senza dignità che stanno gasando migliaia di persone, facendosi beffe di tutti questi anni di lotta. “Non siete nulla, ci avete fatto un baffo”, ci stanno dicendo! Cosa più possiamo fare? Basta ancora, direttore, la civile indignazione? Temo di no! Ho solo paura che qualcuno, per la disperazione e l’esasperazione, sia costretto prima o poi a scegliere… comportamenti estremi di autodifesa! Poi di chi sarà la colpa? Tre anni fa preparammo un video, Scetate<+TONDODIR_RISP> (Svegliati: si può vedere a questo link https://www.youtube.com/watch?v=FV0ZiCn_ovw) per scuotere le coscienze. Ma evidentemente molti preferiscono dormire sonni profondi… Luigi Costanzomedico di famigliaFrattamaggiore (Na)Gentile direttore, Francesco, 16 anni di Caivano, “terra dei fuochi” e di malaffare, è volato via. La leucemia se l’è preso sabato sera, dopo 6 mesi circa di sofferenza. Francesco frequentava il terzo anno di liceo scientifico. Francesco era un ragazzo pieno di energia. Francesco era un ragazzo pieno di aspettative. Francesco era... ora non è più. Perché le scrivo? Non lo so. Perché sul giornale che lei dirige avete costruito un dossier chiamato “terra dei fuochi”. Perché sul suo giornale scrive don Maurizio, che tanto fa per questa terra bella e dannata allo stesso tempo, ma che tanto poco raccoglie. Perché della “terra dei fuochi” non importa nulla a nessuno e nessuno fa nulla. Lo scriva che tutti quelli che prendono l’impegno di far qualcosa lo fanno per tornaconto politico. Lo scriva che intorno a questa faccenda ci mangiano un sacco di persone. Lo scriva che dei nostri figli non importa niente a nessuno. E intanto Francesco ci è stato portato via. Chi sarà il prossimo? Francesco è stato ammazzato da chi ha fatto politica negli ultimi 30 anni. Francesco è stato condannato a morte anche dai sindaci, dai consiglieri dagli assessori, dai politici provinciali regionali e nazionali... Non ci sarà giustizia per Francesco, non ci sarà giustizia per nessuno. È un libro già scritto. Non c’è niente da fare. Francesco è stato condannato a morte e tutti abbiamo assistito inermi alla sua esecuzione.Antonioun papà di una terra maledettaIl direttore Marco Tarquinio risponde:Sono passati esattamente tre anni da quando decidemmo di riportare stabilmente in prima pagina, dopo un vibrante commento di don Maurizio Patriciello e una valanga di lettere piovute in redazione, la tragedia della “terra dei fuochi” e dei veleni, e di contribuire a fare tutto ciò che era giusto e necessario per rimettere al centro dell’attenzione della politica e dell’opinione pubblica italiane questa vicenda terribile ed emblematica dell’effetto devastante che produce l’alleanza tra criminali e imprenditori senza scrupoli combinata con l’evanescenza o l’assenza tout court della risposta dello Stato e la inutilità o l’inesistenza (spesso frutto di connivenza) di quel primo ed esemplare presidio di legalità che dovrebbe essere garantito dalle istituzioni politiche di prossimità, dai Comuni innanzi tutto. In questi anni abbiamo diffuso dati, raccontato drammi e fatto conoscere storie di dignità civile e di resistenza attiva al malaffare e alla malavita. E di tutto questo abbiamo fatto il cuore di un dossier i cui principali contenuti sono liberamente consultabili anche dal nostro sito internet ( http://www.avvenire.it/Dossier/Terra%20dei%20fuochi/Pagine/default.aspx ). Un dossier vivo perché basato su un costante lavoro di documentazione giornalistica e di raccolta di voci vere. Voci della gente toccata direttamente dal problema. Voci di medici e scienziati. Voci delle autorità pubbliche: governanti e politici locali e nazionali, magistrati, rappresentanti delle forze dell’ordine. Voci dei piccoli e grandi responsabili di roghi e sversamenti tossici che, facendo i conti con il proprio passato, stanno aiutando a scoprire le modalità e le proporzioni dei misfatti compiuti. Un fiume di immagini e di parole che però sembra inaridirsi ogni volta che testimonianze dure e aspre, che non riescono a fermarsi e ad addolcirsi mai, ci scaraventano di nuovo addosso tutto il peso della sofferenza di un popolo ferito, spaventato, umiliato eppure deciso a reagire con civile determinazione. Testimonianze come le vostre, cari amici. Testimonianze che fanno male e delle quali però vi siamo grati, e io, personalmente, vi sono grato. Perché non ci lasciano in pace e soprattutto non possono lasciare in pace coloro che hanno il potere e il dovere di affermare la forza buona della legge e di far finire lo scempio che continua (e che continua a essere scoperto) nella vostra e nostra terra di Campania.
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