venerdì 30 gennaio 2015
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​Gentile direttore:non ho aggettivi (preferisco astenermi) per commentare la bocciatura da parte della Corte Costituzionale del referendum sulla legge Fornero, che è stato richiesto dal popolo con tanto di raccolta firme. Siamo in pieno regime, dove è proibito votare per le Province, per il presidente del Consiglio, per il presidente della Repubblica e perfino per una consultazione popolare. La democrazia è ormai dominio assoluto di pochi togati, pure loro non eletti da noi, più che rossi direi bordò, dove il popolo è sovrano solo sulla carta, invece viene trattato da somaro in quanto non è in grado neppure di mettere una X. Non so se si stava meglio quando si stava peggio, ma penso che la libertà di decidere ora come allora siano molto simili. E mi fa specie sentire che la gente diserta sempre di più le urne, magari se le aprissero... dopo la primavera araba, per contare qualcosa, ci vuole quella italiana?Enzo Bernasconi, Varese
Comprendo le ragioni del suo amarissimo sfogo, gentile signor Bernasconi. Leggeremo le motivazioni della decisione della Consulta, ma – a mio modesto e inadeguato parere – il referendum sull’attuale sistema previdenziale era nato morto perché mal congegnato in origine. Il quesito proposto era cioè tale da toccare materie (come le aliquote contributive) che la Costituzione esclude da una consultazione di questo tipo. Il sospetto che si sia lanciata una mobilitazione fine a se stessa, cioè utile a fare onda elettorale, mi sembra purtroppo confermato dalla profondità argomentativa della irriferibile reazione del segretario della Lega, noto sostenitore del referendum… (mt)
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