mercoledì 3 settembre 2014
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Gentile direttore,
le scrivo per raccontarle un’esperienza vissuta questa estate. Nelle scorse settimane ho fatto una crociera Costa. Pochi giorni prima di partire ho appreso che la compagnia non avrebbe più imbarcato sulle proprie navi il Cappellano, come invece era fino allo scorso anno. Ho chiesto spiegazioni scrivendo diverse mail, mi è stato risposto che era un scelta in linea con il mercato mondiale delle crociere. Pur non comprendendo che legame ci possa essere tra la figura del Cappellano e il “mercato”, fino a qui tutto “a posto”: responsabilità loro nella scelta fatta, responsabilità mia nel decidere se partecipare o meno a questa crociera. La prima sera a bordo, insieme a mia moglie, incontriamo sul ponte un sacerdote; era in viaggio privato e dopo due parole scambiate si rende immediatamente disponibile a celebrare la Messa. Anzi, ci dice che sarebbe andato all’ufficio servizio clienti a chiedere di poter celebrare nella Cappella della nave, mettendo un avviso sulla porta con gli orari della Messa e, se possibile, una nota nel foglio informativo distribuito tutti i giorni agli ospiti a bordo. La risposta è stata laconica: per rispetto alla “pluralità culturale” di tutti non si può fare. Bene, la Messa l’abbiamo celebrata comunque, in Cappella, senza avvisi ufficiali, ma passando voce alle persone incontrate in settimana, e domenica scorsa alla celebrazione c’erano circa un centinaio di persone, stipate dentro e anche fuori dalla porta. Nel frattempo abbiamo notato che i numerosi fratelli ebrei imbarcati usufruivano del servizio del sabato e di un ristorante Kosher, tutto chiaramente ben segnalato con cartelli e nel programma giornaliero. Questo era sicuramente un bene, ma perché allora non rispettare veramente tutti? La “pluralità” non è non dire niente per non ferire, ma è dire chi si è per arricchire, sempre nel rispetto della libertà personale. E quale libertà sarebbe stata lesa dall’informare che si poteva andare a Messa e incontrare un sacerdote? So che Costa varerà a breve una nuova nave: chissà se chiederà la benedizione a qualche autorità o sarà rispettosa anche in quell’occasione della “sua” sbandierata “pluralità” che non considera i cattolici... Le auguro buon lavoro. Grazie e cordiali saluti.
Massimo Morandi, Milano
Esistono vari tipi di naufragio, gentile signor Morandi. Quelli del buon senso possono apparire meno disastrosi di quelli che avvengono in mare aperto o - in modo scriteriato - a un passo dalla riva, ma quasi sempre rendono pateticamente arroganti e a volte coprono anche di ridicolo. Il suo circostanziato racconto mi ha meravigliato e – lo ammetto – anche un po’ scandalizzato. Se le cose stanno così, e non ho alcun motivo per dubitare della sua severa eppure serena testimonianza, mi chiedo: ma quali valori pensa mai di affermare il nuovo corso dei signori della Costa Crociere? Una domanda che non merita risposte di maniera, ma un puntuale ravvedimento operoso. Non c’è in ballo solo il buon senso, ma anche l’autentico rispetto per la fede e i sentimenti religiosi di tutti e di ciascuno, almeno nella nostra parte di mondo... Complimenti per il semplice ed efficace aggiramento dell’assurdo "blocco" della Messa cattolica che lei ha contribuito a organizzare. Ricambio con viva cordialità il suo saluto.
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