sabato 28 novembre 2015
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​Caro direttore,non riesco ad accettare di vivere in uno Stato dove ci sono persone che hanno il dovere di legiferare per tutti, ma non sanno fare scelte responsabili e hanno il potere di comportarsi così. Non voglio pensare che ci siano lobby di potere a bloccarli. Anzi sono sicura che non è questo a bloccare la legge sulle vittime della strada. Ma non posso accettare che dopo tanti anni e tanti morti, più di quattromila ogni anno solo nel nostro Paese, una strage che supera le stragi terroristiche, esistano dei politici che continuano a remare contro una legge giusta che nasce dalla necessità di porre rimedio a una evidenze ingiustizia della legge attuale che lascia impuniti tanti assassini. E smettiamola di dire che il testo è troppo severo...  L’unica pena certamente severa è quella inflitta alle vittime della strada e alle loro famiglie: l’ergastolo del dolore. Sono sempre più convinta che la politica dobbiamo educarla noi, i cittadini con l’esempio e con la coerenza. Non molliamo. Dobbiamo pretendere serietà e dobbiamo chiedere alla bella politica di non arrendersi e di aiutarci.Marina Fontana Cona
Sono d’accordo con lei, gentile e cara signora Marina. Spero che il suo dolente e vibrante appello sia ascoltato. E mi auguro che la «bella politica», come lei la chiama, faccia con coraggio la propria parte. Ho sentito con le mie orecchie garantire «entro la fine del 2015» una legge giusta sull’«omicidio stradale». Il Parlamento è ancora in tempo per onorare l’impegno. Questa promessa è serio debito.Marco Tarquinio
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