Una politica che suscita amarezza
mercoledì 25 maggio 2016
​Caro direttore,la situazione politica e amministrativa del nostro Paese mi ha portato ad alcune amare considerazioni. Non esiste più la distinzione tra il giusto e l’ingiusto, l’utile e il superfluo, il bene comune e il bene particolare, la convenienza comunitaria e quella politica: esiste solo la sinistra e la destra, ciò che è di sinistra e ciò che è di destra. Secondo se la possibile soluzione dei problemi viene da una parte o dall’altra, a essa viene dato un giudizio positivo o negativo. Solo se garantiscono una rendita elettorale, vengono affrontare le situazioni e promesse loro soluzioni. Esiste solo il potere! «Attraverso la proclamazione dei "valori comuni" - ebbe a dire monsignor Luigi Giussani - il potere, più o meno lentamente, ma sempre in maniera violenta, omologa e pianifica tutto. Da qui la tragedia del nostro tempo: la perdita della libertà di coscienza da parte di interi popoli!». Come è possibile non dargli ragione?Giancarlo Tettamanti
Penso che senza «valori comuni» non sarebbe possibile la civile convivenza e una composizione in armonia delle legittime diversità. Ma intendo bene, caro amico, che don Giussani nel contesto del suo ragionamento con quell’espressione si riferiva ad altro: alle idee omologanti che oggi papa Francesco definisce il «pensiero dominante» che sta alla base delle cultura dello scarto e di quella dell’indifferenza e costruisce gli idoli del nostro tempo ai quali, nelle sue rincorse al potere, si sottomette anche tanta politica. Non tutta, ma anche in Italia troppa. Marco Tarquinio
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