martedì 13 marzo 2012
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​Caro direttore,
sabato scorso mi sono accorta anch’io di una pubblicità davvero particolare. Davanti a una chiesa nella zona di piazzale Lotto a Milano (ma sicuramente ci sarà anche in altri luoghi), alla fermata dell’autobus c’è tuttora questa scritta: «Essere fedeli a due uomini significa essere due volte più fedeli». E, sotto, c’è anche un indirizzo internet da consultare nel caso qualcuno fosse interessato ad "allargare" le sue conoscenze. Ma dove stiamo andando? Quali messaggi ed esempi lasciamo ai nostri figli?
Carola R., Milano
Le sue domande, cara signora, sono esattamente quelle che si sono già poste diversi altri lettori e, con particolare efficacia, Roberto Paludetto in una lettera che ha trovato posto proprio sabato scorso in uno speciale spazio ("In cauda venenum") di questa stessa pagina. Credo che siano domande con le quali è inevitabile che si misurino ogni genitore e ogni adulto responsabile. E infatti le stiamo affrontando in tanti. Per fortuna, e per scelta, anche dandoci delle risposte. Vuole che gliele sintetizzi, con un po’ di fatica, di amarezza eppure con l’ottimismo a cui non so rinunciare? Ci provo. Non andremo – non vogliamo proprio andare – dove intendono portarci i pifferai magici del "tutto è in fondo lecito", i sorridenti cinici del "niente è così importante" da valere per una vita intera. E non insegneremo ai nostri figli – dobbiamo necessariamente trovare la tenacia e i gesti per farlo – che basta cambiare i cartelli stradali della vita per trasformare un vicolo cieco in un’autostrada o un oscuro precipizio in una rampa che sale verso l’alto e la luce. Perché sappiamo, e non vogliamo dimenticare, che la fedeltà è un impegno serio e affascinante. È qualcosa di prezioso, davvero un grande valore. Capovolgerlo in paradossale spot di una rete di "servizi" che (non certo per beneficenza) organizza l’infedeltà è un puro e semplice insulto all’intelligenza di donne e uomini, al loro buon gusto e al buon senso. È triste che chi pianifica una comunicazione commerciale di questo tipo continui a definirsi "creativo". In realtà è un "distruttivo". E il fatto che pubbliche autorità (a Milano e altrove) per burocrazia o per simpatia si limitino ad approvare, e naturalmente a incassare, è semplicemente penoso.
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