martedì 30 settembre 2014
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Il credito all'economia continua a contrarsi in più paesi, tra cui l'Italia; la dispersione delle condizioni di costo è ancora significativa": Così il governatore Ignazio Visco: "è importante - dice - che il finanziamento alle imprese provenga in misura crescente dai mercati dei capitali" per tenere il sistema meno dipendente dal credito bancario."L'azione di politica monetaria, la definizione dell'Unione bancaria, il tornare a discutere di quella di bilancio, a progettare, in prospettiva, un'unione politica hanno contribuito ad avviare il ripristino durevole della stabilità finanziaria dell'area dell'euro e più favorevoli condizioni di finanziamento nei paesi esposti alle tensioni", ha detto Visco. "Grazie all'insieme delle misure, nazionali ed europee, le tensioni finanziarie nell'area si sono gradualmente smorzate, anche se la segmentazione dei mercati finanziari lungo linee nazionali, pur attenuatasi, è ancora presente: il credito all'economia continua a contrarsi in più paesi, tra cui l'Italia; la dispersione delle condizioni di costo è ancora significativa".

Quanto al maggior ricorso da parte delle imprese a fonti di finanziamento diverse da quello bancario, Visco sottolinea che "È un'esigenza che riguarda l'area dell'euro nel suo insieme e alcuni paesi, tra cui il nostro, in modo particolarmente pressante. La risposta a tale esigenza non potrà prescindere dalle caratteristiche del tessuto produttivo di ciascuna economia, con riguardo soprattutto all'importanza relativa di imprese di media e piccola dimensione, che trovano con maggiore difficoltà canali di accesso al mercato. Le banche possono favorire il ricorso delle imprese al mercato avvalendosi dei vantaggi nella valutazione del merito di credito derivanti dalle relazioni di lungo periodo che con esse intrattengono". A tal proposito il Governatore ha ricordato inoltre che la presidenza italiana dell'Ue assegna grande rilevanza allo sviluppo di fonti di finanziamento nei mercati dei capitali. "Una leva importante consiste - a suo giudizio - nel fornire alle imprese incentivi a fare ricorso in misura maggiore al capitale di rischio, per favorire il finanziamento degli investimenti di medio e lungo termine, tra i quali in particolare quelli in ricerca e sviluppo, e ridurre al contempo la loro vulnerabilità  inanziaria". E ha concluso sottolineando che "La riduzione dei vantaggi fiscali del debito rispetto al capitale di rischio va in questa direzione".

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