martedì 26 maggio 2015
Il governatore di Banca Italia: rischio di ripresa «frenata» che non crea occupazione. Appropriata azione governo su bilancio. Prematuro il giudizio sul jobs act.
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La crescita economica si sta rafforzando nell'area euro, e continuerà a farlo anche il prossimo anno "in buona parte grazie al sostegno della politica monetaria". Tuttavia permangono dei rischi esterni di una ripresa meno solida e in generale "la politica monetaria da sola non può garantire una crescita duratura ed elevata". Per questo, nelle sue considerazioni finali all'assemblea annuale della Banca d'Italia, il governatore Ignazio Visco ha richiamato la necessità di rilanciare gli investimenti. Un compito che coinvolge governi e Commissione europea. Serve "un ragionevole utilizzo dei margini di flessibilità esistenti", ha spiegato Visco. In particolare da parte dei Paesi con debito più basso e finanze pubbliche più solide (un richiamo che sembra riguardare innanzitutto la Germania). "Va data rapida attuazione al Piano di investimenti per l'Europa". E servirebbe una capacità di finanziamento autonoma dell'area euro. "Potrebbe essere realizzata con l'istituzione di meccanismi di stabilizzazione automatica del ciclo economico, un primo passo verso una vera e propria unione di bilancio", ha osservato.L'Italia torna a crescere ma c'è il rischio di una ripresa frenata che non crea occupazione. Un timore, questo, particolarmente accentuato nel Mezzogiorno. Occorre perciò rimuovere le debolezze della nostra struttura economica e produttiva accelerando le riforme: solo così l'uscita dalla crisi potrà riflettersi in un aumento dei posti di lavoro assicurando nuova linfa alla domanda interna, in grado, a sua volta, di consolidare lo sviluppo, ha spiegato Visco."In un contesto ancora difficile la politica di bilancio ha cercato un equilibrio fra rigore e sostegno dell'economia. Dopo gli interventi fortemente restrittivi imposti dalla crisi di fiducia del 2011 è statoappropriato dosare le azioni di consolidamento di bilancio per non ostacolare la ripresa". Prematuro il giudizio sul jobs act. "I recenti provvedimenti di riforma del mercato del lavoro - afferma - hanno esteso i meccanismi di sostegno del reddito dei disoccupati e ridotto per i nuovi contratti il disincentivo alle assunzioni a tempo indeterminato connesso con l'incertezza sugli esiti della risoluzione dei rapporti di lavoro. Una valutazione compiuta degli effetti di questi provvedimenti è prematura. La dinamica dell'occupazione riflette ancora la debolezza della domanda e gli ampi margini di capacità produttiva inutilizzata". La forte espansione delle assunzioni a tempo indeterminato nei primi mesi del 2015, - prosegue - "favorita anche dai consistenti sgravi fiscali in vigore,è un segnale positivo. Suggerisce che con il consolidarsi della ripresa l'occupazione potrà crescere e orientarsi verso forme più stabili".
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