lunedì 29 giugno 2015
Sulle Alpi in 300mila la producono e si autopagano: il modello anticrisi. Sono 73 le coop attive sulle montagne delle cinque regioni.
COMMENTA E CONDIVIDI
Alte quote di energia elettrica grazie all’alta quota. Da ex zone depresse, le montagne italiane sono diventate miniere d’oro di energia. O, meglio, l’uomo le ha scoperte e considerate tali. E non poteva che essere Expo a sottolineare questa realtà, per la verità non del tutto nuova, ma che in tempo di crisi economica ed energetica diventa una sorta di sorprendente notizia. Parafrasando il titolo della grande kermesse milanese, ieri a Expo è stato così presentato da Federconsumo - Confcooperative, a Cascina Triulza, il progetto Energia del territorio, energia per il territorio. Ovvero energia verde e autoprodotta dai cittadini a favore del proprio territorio e oltre. In Italia è una realtà per oltre 300mila persone grazie a un modello cooperativo anticrisi e a basso impatto ambientale. In campo sono scese 73 cooperative elettriche disseminate lungo tutto l’arco alpino italiano che, avendo fatto negli anni di necessità virtù, da tempo si "autopagano" e si "autoproducono" l’energia elettrica, in zone dove è difficile farlo. Dal Friuli Venezia Giulia al Trentino Alto Adige, dalla Lombardia al Piemonte, per finire alla Valle d’Aosta grazie a una rete che si articola per circa 2000 chilometri, su un territorio di quasi 1000 chilometri quadrati, vengono prodotti e quasi totalmente distribuiti localmente 500 milioni di KWh in 60 comuni e in 110 frazioni. «È un’esperienza straordinaria dove il cittadino è socio, produttore, consumatore e utente del servizio. Perché in queste località d’Italia – afferma Pierluigi Angeli, presidente di Federconsumo – l’unica energia disponibile è quella prodotta dalle cooperative alle quali l’Enel ha da sempre demandato il compito di generare elettricità per le difficoltà di andare a produrre ed erogare energia in alta quota». «Le cooperative elettriche d’utenza in Italia – aggiunge Ferdinando Di Centa coordinatore delle Cooperative elettriche storiche dell’arco alpino – hanno radici antiche, che risalgono alla fine dell’Ottocento. Oggi possono rappresentare una risposta sempre più valida al problema dell’approvvigionamento energetico, perché propongono nuovi modelli di produzione e distribuzione di energia pulita, prodotta interamente da fonte rinnovabile, idrica in prevalenza, ma anche fotovoltaica e da biomasse». La provincia con il maggior numero di cooperative elettriche alpine è quella di Bolzano con 29 e di queste le più importanti sono a Prato allo Stelvio e Stelvio. Il Trentino ne ha tre (Storo, Stenico e Pozza di Fassa), così come la Lombardia (Chiavenna, Morbegno e Edolo), due sono in Val d’Aosta (Gignod e Aosta) e Friuli Venezia Giulia (Paluzza e Forni di Sopra), una in Piemonte (Procolloro). Un fenomeno non solo italiano, ma che oltre confine ha numeri eccezionali. «Basti pensare – continua Di Centa – che negli Stati Uniti ben 45 milioni di persone, delle immense zone rurali, consumano energia prodotta dalle oltre 900 cooperative elettriche. In Argentina 4 milioni di persone, pari al 16% dell’intera utenza del Paese, utilizzano l’energia prodotta dalle 800 cooperative elettriche d’utenza. In Spagna – conclude Di Centa – la cooperazione fornisce energia a circa il 97% delle utenze domestiche e a oltre il 70% delle utenze industriali del distretto urbano di Crevillente, grazie a un impianto fotovoltaico».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: