venerdì 7 marzo 2014
​Crescono le richieste di sostegno finanziario. Il Dipartimento di pubblica sicurezza aumenta i contributi disponibili. E sempre più agenti vorrebbero lasciare le grandi città dove la vita è più costosa.
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La crisi economica colpisce anche chi il lavoro lo ha. Ma non ce la fa ad arrivare a fine mese. Troppi aumenti. Di tutto. Tra questi anche i poliziotti. Sono sempre di più i dipendenti della Polizia di Stato che chiedono aiuto finanziario a causa di difficoltà economiche legate alla crisi. Così il Dipartimento della pubblica sicurezza ha aumentato i contributi a favore del personale. Una circolare inviata dal Dipartimento ai sindacati parla di "numerose richieste di contributo che pervengono dai dipendenti il cui nucleo familiare presenta difficoltà a causa delle sempre più crescenti situazioni di disagio economico". Perciò sono stati ritoccati, aumentandoli da 600 a 1.000 euro, i contributi per contingenti difficoltà economiche, sia per i dipendenti in servizio che quelli cessati dal servizio. Per il decesso del coniuge o dei figli fiscalmente a carco del dipendente in servizio il contributo è passato da 800 a 1.200 euro. Anche il limite massimo del contributo per danno subiti a causa di atti di ritorsione e per spese relative agli oneri legali è stato elevato da 2.600 a 3.000 euro. «È l'ennesima dimostrazione - commenta Daniele Tissone, segretario generale del sindacato di polizia Silp-Cgil - che c'è un continuo abbassamento del reddito degli operatori di polizia e, in assenza di interventi sul piano degli aumenti contrattuali e dello sblocco degli automatismi stipendiali, la situazione non può che peggiorare». Da tenere presente poi che sempre più agenti vorrebbero lasciare le grandi città e le aree in cui la vita è costosa per tornare alle loro regioni di origine, nel Centro Sud.
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