giovedì 1 dicembre 2011
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Blocco del recupero dell'inflazione per tutte le pensioni in essere e revisione delle aliquote per eliminare le disparità tra le diverse categorie: dovrebbero essere queste - secondo quanto ha affermato il ministro del Lavoro Elsa Fornero a margine del Consiglio Ue affari sociali - le principali misure in materia previdenziale per fare cassa e puntare al pareggio di bilancio nel 2013. A queste misure che dovrebbero portare risorse fresche (circa 5-6 miliardi solo con il blocco per un anno di tutte le pensioni comprese le più basse) dovrebbero aggiungersi poi gli interventi strutturali a partire dall'estensione del contributivo pro rata per tutti fino alla stretta sulle anzianità con l'aumento delle quote ma anche della soglia minima per andare in pensione di anzianità indipendentemente dall'età adesso fissata a 40 anni.La Ragioneria vorrebbe intervenire su tutte le questioni aperte (oltre alla perequazione e alle aliquote anche l'accelerazione sull'aumento dell'età delle donne nel privato, il contributivo, l'anzianità e la lotta ai privilegi) ed è aperto un confronto permanente con il ministero del Welfare. Il tema più scottante resta quello dell'uscita dal lavoro con 40 anni di contributi (adesso possibile sempre, indipendentemente dall'età anagrafica), strada percorsa da buona parte dei 174.000 pensionati per anzianità nel 2010 (l'età media di uscita per anzianità era inferiore ai 59 anni).Ecco in sintesi le misure allo studio del governo in materia previdenziale all'interno di una manovra che per il prossimo anno dovrebbe valere circa 20 miliardi:BLOCCO RECUPERO INFLAZIONE PER TOTALE PENSIONIIl blocco totale dei trattamenti rispetto all'inflazione per il 2012 dovrebbe valere a fronte di un aumento dei prezzi del 3% circa 5-6 miliardi, cifra questa che comprende però i 600 milioni già previsti per il blocco deciso dal precedente Governo per le pensioni più alte. Un blocco totale della perequazione era stato deciso dal Governo Amato nel 1992.STRETTA ANZIANITÀSi studia un aumento delle quote età contributi (adesso a 96 per i dipendenti con un minimo di 60 anni) per arrivare a quota 100 nel 2015 ma soprattutto è in atto una "battaglia" sulle anzianità con 40 anni di contributi (adesso è possibile uscire a qualsiasi età). Su queste ultime si studia un aumento della soglia minima dicontributi oltre i 40 anni (a 41-43).AUMENTO ALIQUOTE PER AUTONOMISi studia la riduzione delle disparità esistenti tra le diverse aliquote contributive. È probabile un aumento di quelle dei lavoratori autonomi, adesso ferme al 20-21%. L'aumento sul quale si ragiona è di due puntipercentuali per un entrata aggiuntiva nel 2012 nelle casse dell'Inps pari a circa 1,2 miliardi.AUMENTO ETÀ VECCHIAIA DONNE PRIVATOSi ragiona su un anticipo dell'aumento dell'età di vecchiaia delle donne nel settore privato. Al momento il percorso per arrivare da 60 a 65 anni parte nel 2014 per concludersi nel 2026 ma si studia un adeguamento "accelerato" con una partenza nel 2012 e la conclusione nel 2016 o al massimo nel 2020.ESTENSIONE CONTRIBUTIVO PRO RATA A TUTTIÈ il cavallo di battaglia del ministro del Welfare, Elsa Fornero. Estendere il contributivo pro rata anche a coloro che hanno ancora il retributivo (chi ha cominciato a lavorare prima del 1978) è una questione di equità anche se non porterebbe risparmi immediati.LOTTA A PRIVILEGIÈ probabile che si metta in campo un contributo di solidarietà per i pensionati dei fondi che in questi anni hanno garantito privilegi agli iscritti e che sono in perdita (elettrici, telefonici, dirigenti eccetera). Sembra di nuovo esclusa invece l'ipotesi dell'anticipo al 2012 dell'adeguamento dell'età pensionabile all'aspettativa divita adesso previsto per il 2013.
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