domenica 11 dicembre 2011
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LA PARROCCHIA DI BRUGHERIO (MI)Bar, cinema, case e terreni: ogni anno versa 30mila euro Tutte le volte che sente qualcuno dire che la Chiesa non paga l’I­ci sugli immobili di sua proprietà, Federica Pavanello si arrab­bia. «Eccole qui le cifre», sbotta l’economa della parrocchia San Bartolomeo di Brugherio, hinterland milanese, 17mila abitanti. «Ogni anno – specifica, calcolatrice alla mano – la parrocchia versa quasi 30mila euro di Ici per quelle strutture che svolgono attività commer­ciale, mentre è esente per quelle che rientrano nel servizio pastorale». Così, se per la chiesa, le cappelle del paese, l’oratorio, la canonica, l’a­bitazione dei sacerdoti e la scuola materna la parrocchia, come pre­vede la legge, non paga un euro di Ici, su tutto il resto versa regolar­mente la propria parte.
Vediamo nel dettaglio. Per i dodici appartamenti (frutto di lasciti di par­rocchiani defunti) alcuni dei quali affittati a canone sociale e altri da­ti in comodato d'uso gratuito, la parrocchia paga 2.800 euro l’anno; per il bar dell’oratorio di 60 metri quadrati, 300 euro; per il cine-tea­tro “San Giuseppe” da 677 posti, 9.900 euro; per alcune aree fabbrica­bili sul territorio comunale, 13mila euro. «Non mi pare poco», conclude la signora Pavanello. Che sta prepa­rando i bollettini perché, entro il 16 dicembre, dovrà provvedere al sal­do dell’Ici 2011.
VILLA ROSSANA DI LEVANTO (SP)
Da ex-colonia a casa vacanze: le suore pagano 11mila euro
A due passi dal mare, Villa Rossana a Levanto (La Spezia) è aperta ai turisti da Natale a metà ottobre e d’estate arriva ad ospitare fino a sessanta persone al giorno, nelle sue venticinque came­re distribuite sui quattro piani della villa. È un bell’edificio - un ex casa di colonia - oggi di proprietà delle Figlie di Gesù Buon Pastore, una con­gregazione fondata nell’800 dalla marchesa Giulia di Barolo, ed è gesti­ta da quattro suore a cui si aggiungono in estate otto laici. «Paghiamo quasi 11mila euro all’anno di Ici – assicura Maurizio Catanio, ragionie­re della Congregazione – lo stesso vale anche per le altre attività com­merciali, come le case di riposo da noi gestite». La struttura paga rego­larmente l’imposta comunale sugli immobili dal 2006, ossia dalla rifor­ma della legge in materia con il governo Prodi. L’unica “facilitazione” che Catanio si spinge a chiedere «è quella di un’aliquota più bassa, per chi come noi applica prezzi più economici di quelli di mercato, con u­na stanza a circa 60 euro nel mese di agosto». Perché le suore gestiscono un’attività prettamente commerciale come un albergo? «Tutto il guadagno serve a finanziare le nostre case mis­sionarie in Colombia, Messico e Africa, in cui assistiamo bambini e don­ne povere», racconta suor Elisabetta Sandoval, che divide il suo tempo tra Villa Rossana e la parrocchia.
Fabrizio Assandri
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