martedì 17 settembre 2013
​Cresce il numero delle associazioni. Oggi se ne contano oltre 300mila, occupano 680.811 persone e vengono aiutate nelle loro attività da ben 4.758.622 volontari.
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​Per reagire ai danni economici e al disagio sociale provocati dalla crisi, gli italiani puntano sull'associazionismo e sul welfare 'fai da te'. Tra il crollo dell'occupazione e le mille difficoltà della crisi, si scopre un'Italia solidale che si organizza per supplire alle carenze dei servizi pubblici e rispondere alle esigenze dei cittadini, testimoniando la capacità di molti connazionali di impegnarsi in prima persona al servizio della comunità. Un rapporto di Confartigianato rivela infatti che, tra il 2001 e il 2011, il numero delle associazioni non profit è cresciuto del 28%. Oggi se ne contano oltre 300mila (301.191), che occupano 680.811 persone e vengono aiutate nelle loro attività da ben 4.758.622 volontari, pari a una fetta dell'8% della popolazione. L'invecchiamento del Paese, le esigenze di assistenza agli anziani e più in generale, di cura della famiglia, hanno causato in Italia a un boom di badanti e collaboratori domestici: secondo Confartigianato, nel 2011 sono complessivamente 881.702 e negli ultimi cinque anni sono aumentati di 257.456 unità, con una crescita del 53,7%. Nonostante la mancanza cronica di lavoro, gli imprenditori italiani si distinguono per essere i più numerosi tra i Paesi Ue e per la capacità di creare occupazione: sono 5.574.333 in totale, pari al 9,3% della popolazione. Tra 1997 e 2012 le imprese dell'economia reale - manifatturiero, costruzioni e servizi non finanziari - hannocreato 1.614.300 nuovi occupati; nello stesso periodo l'agricoltura ha perso 431.200 occupati, la Pa è calata di 147.500 addetti e il settore finanza e assicurazioni ha incrementato gli occupati di sole 49.300 unità."Si conferma l'assoluta prevalenza dell'economia reale sull'economia finanziaria nella creazione di posti di lavoro: la crescita dell'occupazione nell'economia reale è 33 volte quella dell'economia finanziaria" evidenzia il rapporto dell'Ufficio studi la cui fotografia sugli effetti della recessione, reazioni comprese, verrà presentata al Festival della Persona di Confartigianato, in programma il 19 e 20 settembre a Verona.Dalla rilevazione affiora comunque un quadro drammatico sul fronte lavoro: 3.076.300 italiani disoccupati, ai quali si aggiungono 1.703.500 inattivi 'scoraggiatì (che non cercano lavoro perché pensano di non trovarlo) e 318.600 cassintegrati, per un totale di 5.098.400 persone (pari al 10% della popolazione) in gravi difficoltà. La crisi ha peggiorato anche le condizioni di vita degli over 65, vale a dire 12.370.822 italiani, pari al 20,8% della popolazione, percentuale destinata a toccare il 33,1% nel 2050.
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