sabato 11 luglio 2015
​Relazione annuale Inail: in dieci anni dimezzata la mortalità, crescono le malattie professionali. Anmil: più decessi da gennaio a maggio (nella foto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti).
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In Italia ci sono ancora due morti accertati sul lavoro ogni giorno. L’anno scorso hanno perso la vita 662 persone (le denunce di infortunio mortale erano state in realtà ben 1.107), ma la situazione è in miglioramento: i decessi riconosciuti sul lavoro sono diminuiti del 3% rispetto al 2013 e del 31% rispetto al 2010. È il quadro tracciato dal Rapporto annuale dell’Inail, presentato alla Camera. Inoltre sono state poco più di 663mila le denunce di infortuni: un calo del 4,6% rispetto al 2013 e del 24% nei confronti del 2010. Gli infortuni riconosciuti, però, sono poco più di 437mila, di cui il 18% «fuori dall’azienda» e hanno causato circa 11 milioni di giornate di inabilità.Le malattie professionali, invece, sono in controtendenza. Ne sono state denunciate circa 57.400 (per 43mila soggetti coinvolti), erano state 51.900 nel 2013, con un aumento del 33% sul 2010. Solo nel 35% dei casi sono state riconosciute come malattie professionali. Anche la crisi ha "aiutato" a contenere il numero degli incidenti, ma secondo il presidente dell’istituto, Massimo De Felice, il progresso è «strutturale» per i gruppi di lavoratori, come gli artigiani, per i quali è stato calcolato, in via sperimentale, «un indice di sinistrosità che tiene conto dell’esposizione al rischio e che, quindi, non soffre della crisi». Tuttavia Anmil ha lanciato un grido di allarme sugli incidenti dei primi mesi di quest’anno: «Nel periodo 1° gennaio-31 maggio 2015 si conferma la crescita delle morti per incidenti sul lavoro, che era stata rilevata già nei mesi precedenti: si è passati dai 358 casi denunciati nei primi cinque mesi 2014 ai 388 del 2015, con un aumento di 30 casi, corrispondente a +8,4%». Invece, nello stesso periodo, «si sono verificati circa 265mila infortuni, con un calo di 15mila unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente».Per il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, «fino a quando avremo anche un solo incidente, un infortunio, un elemento di criticità, avremo qualcosa da fare» e non possiamo vincere la sfida della sicurezza sul lavoro «senza una cultura della sicurezza». Il ministro ha evidenziato che l’innalzamento dell’età lavorativa e il precariato pongono nuovi interrogativi sul tema salute e della sicurezza: «Avere persone che entrano ed escono da un’impresa ogni tre, ogni sei o ogni 12 mesi espone quelle persone e quell’impresa a dei rischi».Nel 2014, inoltre, i circa 350 ispettori dell’Inail hanno controllato 23.260 aziende e l’87,5% è risultato irregolare. Sono stati regolarizzati 59.463 lavoratori (meno del 15% rispetto al 2013), di cui 51.731 irregolari e 7.732 in nero. Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, invece, ha messo in guardia da una nuova agenzia unica per le ispezioni: «Sarà sicuramente onerosa, perché al di là degli ispettori bisognerà dare delle strutture di supporto, noi stimiamo un 20% in più del personale». Mentre Boeri ritiene «più che ingiustificato» l’allarme della leader della Cgil, Susanna Camusso, sui cali per le pensioni basse.

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