lunedì 1 giugno 2015
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«Se si ha un’idea di business, ma non le risorse necessarie per finanziarla, c’è una sola strada da percorrere: sfruttare Internet, cioè la più grande finestra sul mondo a costo zero». Roberto Esposito, 30 anni ancora da compiere (li festeggerà il 31 agosto), ne era convinto già quando era uno studente universitario fuorisede. «Frequentavo la facoltà di Ingegneria aerospaziale all’Università Federico II di Napoli – ricorda –. Mi ero trasferito dalla provincia di Salerno e, con enormi sacrifici personali e della mia famiglia, riuscivo a malapena a pagare l’affitto della stanza in cui vivevo. Non potevo certo permettermi investimenti per intraprendere attività imprenditoriali». Adesso che è fondatore e amministratore delegato di DeRev – ovvero della principale piattaforma italiana di crowdfunding – questo giovane capitano d’azienda non ha cambiato idea: «Il Web resta il più grande strumento che abbiamo per lanciare i nostri progetti. Quello che a volte non riesce a darti una banca, può fornirtelo la Rete». In effetti per Esposito è andata esattamente così. «Ho sempre lavorato su Internet da autodidatta, dall’età di 13 anni, per promuovere le cose che facevo, anche le più piccole. Poi la prima svolta è arrivata nel 2009. Quando in Italia si parlava di "legge bavaglio", ho aperto un blog di informazione che contava 200mila visitatori al giorno. Grazie agli introiti della pubblicità e alla vendita del sito, mi sono mantenuto a Napoli durante gli studi». Quell’esperienza positiva, comunque, gli ha fatto capire che le potenzialità della Rete erano davvero tante e lui doveva sfruttarle al massimo. Così Esposito ha continuato a fare dei test (anche provocatori) per farsi notare e attirare l’attenzione di migliaia di utenti. «Ho lanciato una sfida a Zynga, società leader nel campo dei videogiochi, battendo il Guinness dei primati mondiale del post con più commenti su Facebook – racconta –. Cosa c’era scritto nel mio messaggio? Il testo, proposto in tante lingue, era il seguente: "Questo diventerà il post con più commenti al mondo". E, con stupore generale, fu proprio così. In pratica sono riuscito a rendere virale un contenuto vuoto».Successivamente, su invito di Greenpeace International, ha collaborato alla realizzazione della campagna "Facebook: unfriend coal" con l’obiettivo di sensibilizzare il colosso di Mark Zuckerberg ad alimentare i data center del social network con energie pulite al posto del carbone. «Il 13 aprile 2011 più di 80mila persone, in 16 lingue diverse, scrissero un commento allo stesso post alla stessa ora, causando un rallentamento del social network che convinse Facebook a rivedere la propria politica energetica e a firmare un protocollo in California nel 2012». Le attività di social personal branding hanno portato altri frutti al giovane campano, come l’uscita di un libro scritto con il contributo di migliaia di utenti che lo seguono online sui vari profili.Improvvisamente, si accende la lampadina e prende corpo il piano di costruire una community per finanziare altri progetti. Proprio i successi ottenuti sul Web, hanno consentito a Esposito di ricevere nel 2012 un primo investimento di 1,25 milioni di euro dai fondi Vertis Venture e Withfounders. «Poi, nel giro di poco tempo, è nata DeRev, una piattaforma internet di crowdfunding dove chi ha una buona idea in tasca (sia essa creativa, artistica, culturale, legata all’innovazione o all’attivismo), può avviare la campagna di raccolta fondi attraverso il sito». Come funziona in concreto? «Si ha a disposizione da un minimo di sette giorni a un massimo di tre mesi per reperire donazioni – spiega Esposito –. Chi crea la campagna può offrire in cambio piccole ricompense, come alcuni gadget o il prodotto stesso che si chiede di finanziare. È un metodo democratico e meritocratico, perché più l’idea piace agli utenti e maggiori saranno i contributi economici per realizzarla. DeRev trattiene una commissione che va dal 4 al 9% a seconda della tipologia di raccolta». Ma qualche volta si è rinunciato al ritorno economico per iniziative lodevoli. «Con la più grande campagna di raccolta fondi online mai realizzata in Italia, cioè quella nata per la ricostruzione di Città della Scienza di Napoli (che è andata quasi completamente distrutta dopo l’incendio del 4 marzo 2013), su quasi un milione e mezzo di euro rastrellato in un anno non abbiano trattenuto neanche un centesimo», precisa Esposito.Nei mesi scorsi, inoltre, la leadership di DeRev sul mercato italiano si è ulteriormente rafforzata grazie all’investimento effettuato da Digital Magics. L’incubatore certificato di startup innovative è entrato con una quota del 17,5% nell’azionariato della piattaforma. Con questa operazione strategica è stato lanciato un nuovo modello di business: il civic crowdfunding. Si tratta di una soluzione strutturata di raccolta fondi online rivolta a enti pubblici e amministrazioni locali, associazioni, organizzazioni no profit. L’obiettivo è quello di finanziare progetti legati all’arte, alla cultura o comunque iniziative correlate a servizi innovativi (trasporti) e di pubblica utilità. Esposito fa qualche esempio: «Si vogliono installare alcuni lampioni in una via un po’ troppo buia o garantire il wi-fi libero in una determinata area? Magari il Comune copre il 50% delle spese e gli abitanti della zona con 10 o 15 euro a testa possono contare su un servizio che altrimenti non avrebbero a disposizione». DeRev e Digital Magics sono sicuri che l’idea funzionerà. «Molti sindaci si sono già interessati, abbiamo aperto da poco una sede a Milano, stiamo assumendo personale, è stata appena lanciata una nuova versione del sito ed entro l’anno vogliamo entrare nel mercato estero – conclude Esposito –.  Il crowdfunding civico è un modello che sta riscuotendo molto successo in Europa come in Italia. E si svilupperà ancora, anche perché è un’operazione che nasce dal basso e punta a migliorare il benessere della comunità».
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