martedì 10 aprile 2012
​«Abbiamo individuato nuovi partner italiani - ha affermato l'ad di Ikea Italia Lars Petersson (nella foto) - grazie alla loro competenza, al loro impegno e alla capacità di produrre articoli caratterizzati da una qualità migliore e a prezzi più bassi dei loro concorrenti asiatici».
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​Ikea ha confermato il trasferimento di alcune produzioni dall'Asia all'Italia. È quanto si legge in una nota in cui viene indicato che il rapporto con 24 fornitori italiani per circa un miliardo di euro di acquisti "fa da tempo del Gruppo Ikea il primo cliente della filiera italiana dell' arredolegno", che vale l'8% degli acquisti mondiali del colosso svedese, al terzo posto dopo Cina e Polonia.  Anche nel 2011 la bilancia commerciale con il gruppo si è confermata a favore dell'Italia, dato che Ikea "compra in Italia più di quanto vende nei suoi negozi nella Penisola". Il 63% degli acquisti di Ikea in tutto il mondo, poi, proviene da fornitori europei. Recentemente il gruppo svedese ha spostato in Italia, in particolare in Piemonte, alcune produzioni precedentemente allocate in Asia: "Abbiamo individuato nuovi partner italiani che hanno preso il posto di fornitori asiatici - ha affermato l'ad di Ikea Italia Lars Petersson - grazie alla loro competenza, al loro impegno e alla capacità di produrre articoli caratterizzati da una qualità migliore e a prezzi più bassi dei loro concorrenti asiatici".La quota dell'8% degli acquisti effettuati in Italia da Ikea sul totale sale al 34% se si considerano solo le cucine: una cucina su tre venduta da Ikea in tutto il mondo, infatti, viene prodotta in Italia. L'80% degli acquisti di Ikea in Italia sono mobili, e solo il 20% complementi d'arredo. Le cucine fanno la parte del leone, ma la catena scandinava in Italia acquista anche elettrodomestici, camere da letto, scaffalature, librerie e bagni.Le prime tre regioni italiane da cui il gruppo svedese si approvvigiona corrispondono ai maggiori distretti del settore: dal Veneto proviene il 38% del acquisti, seguono il Friuli con il 30% e la Lombardia con il 26%, più che in Svezia o Germania. La ricaduta occupazionale collegata a queste commesse produttive è stimabile attorno ai 2.500 posti di lavoro. Se a questi si sommano i 6.600 dipendenti della rete commerciale e logistica di Ikea in Italia e l'indotto generato dai punti vendita, la ricaduta occupazionale diventa pari a circa 11mila posti di lavoro.
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