mercoledì 13 febbraio 2013
L'accusa ipotizzata nei suoi confronti dalla Procura di Busto Arsizio è di corruzione internazionale, peculato e concussione nell'ambito di un'inchiesta sulla vendita di 12 elicotteri Agusta Westland al governo indiano. Tre ai domiciliari. La difesa: provvedimento irragionevole. Oggi si riunisce il cda.
In India la corruzione «​fattura» 50 miliardi l'anno
COMMENTA E CONDIVIDI
«Prego, ingegner Orsi, ci segua...». Era mattina presto, ieri, quando una vettura dei Carabinieri si è fatta largo fra le brume di Sesto Calende, nel Varesotto, con a bordo Giuseppe Orsi, amministratore delegato e presidente di Finmeccanica. Prima tappa, la caserma di Gallarate. Seconda, il carcere di Busto Arsizio, dove Orsi è stato condotto in base a un’ordinanza di custodia cautelare che ipotizza a suo carico i reati di corruzione internazionale, peculato e concussione, riferiti all’epoca in cui sedeva ai vertici di AgustaWestland. L’inchiesta, partita nell’autunno del 2011, riguarda presunte tangenti per un contratto del 2010, relativo alla vendita di 12 elicotteri mod AW 101 prodotti dalla AgustaWestland (controllata da Finmeccanica), destinati al trasporto dei leader politici indiani. Un affaire da 556 milioni di euro, 51 dei quali, secondo l’accusa, dissipati in tangenti per assicurarsi la maxi-commessa. Oltre alla custodia in carcere per Orsi, il giudice ha disposto i domiciliari per l’amministratore delegato di AgustaWestland, Bruno Spagnolini, e due cittadini svizzeri, Guido Ralph Haschke (già arrestato a ottobre e rimesso in libertà dopo 24 ore) e Carlo Gerosa, accusati di aver fatto da mediatori della vendita. Per entrambi, si dovrà chiedere l’estradizione.Gli investigatori hanno inoltre effettuato perquisizioni nella casa di Orsi, negli uffici Finmeccanica di Roma e Milano, presso un avvocato di Cornaredo e nella sede di AgustaWestland a Casorate. Nelle 65 pagine del provvedimento, il gip di Busto Arsizio Luca Labianca scrive che «Orsi corrispondeva ad Haschke e Gerosa per l’opera di mediazione svolta circa 400mila euro, giustificati sulla base di due contratti-consulenza, e una provvigione fissata nel termine del 5% del valore della commessa, formalmente dovuto per un contratto di ingegneria che preveda la digitalizzazione dei progetti degli elicotteri di Agusta con la società Ids India». L’importo della commessa avrebbe compreso «tangenti da corrispondere a pubblici ufficiali indiani per compiere atti contrari ai loro doveri di ufficio» e manipolare «la gara d’appalto».Il quadro dipinto dal gip tratteggia un Orsi che «rivela il suo disincanto per la pratica tangentizia e il suo convincimento che la stessa sia un fattore naturale della pratica aziendale». Non solo: «Vi è il motivo di credere che tale filosofia aziendale si ripeta anche in futuro, se non resa vana attraverso l’intervento cautelare». L’arresto degli indagati è motivato col rischio di «inquinamento probatorio» e «reiterazione del reato»: in particolare Orsi si sarebbe attivato per «ostacolare e svilire l’indagine», intervenendo «sugli organi di stampa per screditare e sminuire» l’inchiesta, ma anche intraprendendo «contatti con ambienti del Csm per ottenere la nomina del nuovo dirigente dell’ufficio inquirente procedente e, dunque, per escludere dall’indagine il magistrato» che indagava sul suo conto (il pm Eugenio Fusco). A tal riguardo, il gip ipotizza l’«utilizzo di magistrati in pensione» che «avevano ricoperto incarichi di vertice»: Giuseppe Grechi, già presidente della Corte d’appello di Milano, e Manuela Romei Pasetti, già capo dipartimento della giustizia minorile, entrati in Finmeccanica come membri dell’organo di vigilanza interno. Il legale di Orsi, Ennio Amodio, respinge in toto le accuse: è «un provvedimento irragionevole», protesta, e non suffragato da prove. Mentre il Consiglio superiore della magistratura segnala come «allo stato non risulta nessun coinvolgimento di consiglieri o magistrati del Csm nella vicenda».​
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: