lunedì 17 novembre 2014
​Il presidente della Bce lancia di nuovo l'allarme: stime riviste al ribasso nell'Eurozona, preoccupa la disoccupazione.
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​Lo slancio di crescita della zona euro si è indebolito durante l'estate e le recenti stime sono state riviste al ribasso, e la ripresa è messa a rischio da disoccupazione alta, capacità produttiva inutilizzata e necessari aggiustamenti di bilancio": lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi al Parlamento Ue secondo cui "I rischi delle prospettive economiche restano al ribasso", a causa di "slancio indebolito e rischi geopolitici che minano la fiducia, e progressi insufficienti nelle riforme strutturali". "Allo stesso tempo - ha aggiunto Draghi - le nostre aspettative per una ripresa modesta nel 2015-2016 restano valide". Per il presidente "la domanda dovrebbe essere sostenuta da numerosi fattori, tra cui le misure di politica monetaria e i progressi nel consolidamento dei bilanci e le riforme in alcuni Paesi". Politica accomodante non raggiunge ancora cittadini. "Siamo ancora in una situazione devo la nostra politica monetaria accomodante non raggiunge in modo sufficiente" l'economia reale, perché "il mercato del credito in alcune parti della zona euro è ancora squilibrato e mostra timidi segni di ripresa", ha aggiungto il Presidente della Bce. "Dobbiamo restare all'erta sui rischi al ribasso dell'inflazione" e "se necessario affrontarli, il Consiglio dei governatori è unanime nel suo impegno di usare strumenti non convenzionali aggiuntivi" ha detto ancora Draghi agli europarlamentari. Misure Bce funzionano ma più tempo per benefici. "Ci sono i primi segnali che il nostro pacchetto di misure per aiutare il credito sta dando risultati tangibili, ma ci serve più tempo per vederli materializzare pienamente" ha aggiunto. "La politica monetaria da sola non basta" a superare la crisi, "l'Eurozona deve accordarsi con urgenza su impegni a breve termine sulle riforme, su un'applicazione conseguente del Patto, su una strategia per investimenti e una visione a lungo termine per condividere maggiormente sovranità": così Mario Draghi che spiega "Per superare la crisi c'è bisogno che torni la fiducia e perché questa torni c'è bisogno di un costrutto di politica economica che dimostri che siamo capaci di muoverci verso una maggiore integrazione". Per il presidente "il 2015 deve essere l'anno dove Governi e istituzioni europee adottino una strategia comune" per tornare a crescere. LuxLeaks? Nessun ruolo Bce, non è autorità fiscale. Sulle questioni che solleva il caso 'LuxLeaks' "non abbiamo nessun ruolo, la Bce è molto potente ma ancora non siamo un'autorità fiscale": lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi rispondendo a un eurodeputato del Movimento 5 Stele che gli chiedeva un commento. "E' qualcosa che ha a che fare con l'armonizzazione fiscale e il trattamento fiscale nei singoli Stati", ha aggiunto il presidente. Draghi, uscita da euro? Bce non ha potere legislativo. La Bce "non ha potere legislativo e non può autorizzare i Paesi a stare nell'euro o a lasciarlo": così il presidente della Bce Mario Draghi risponde a un eurodeputato del Movimento 5 Stelle che gli chiedeva se la Banca centrale europea ha intenzione di rendere possibile l'uscita dall'euro, oggi non prevista dai Trattati. Draghi ha poi ribadito che "l'euro è irreversibile e la Bce farà tutto quello che può all'interno del suo mandato" per preservarlo.
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