lunedì 27 luglio 2015
​A Shanghai si è registrato un tonfo record dell'8,47%, il peggiore degli ultimi 8 anni, per il timore di una frenata dell'economia. E Piazza Affari "brucia" quasi il 3%.
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La Cina torna nuovamente a spaventare i mercati, con Piazza Affari che è precipitata sotto la soglia dei 23mila punti, lasciando sul terreno il 2,97% e chiudendo a 22.809. Sui listini europei, con flessioni di oltre due punti percentuale anche per Parigi e Francoforte, ha pesato il crollo record della Borsa di Shanghai (-8,47%), peggiorrisultato dal 2007, sui timori di una frenata dell'economia del gigante asiatico, dopo la diffusione dei dati sull'andamento degli utili delle grandi imprese cinesi che a giugno hanno fatto segnare un -0,3% su base annua.
Tra le blue chip tonfo per Fca (-6,94%) dopo la notizia che il gruppo dovrà pagare 70 milioni di dollari alla National Highway Traffic Safety Administration sul tema delle campagne di richiamo. Pesanti anche i titoli del risparmio gestito: Azimut -6,52%, Mediolanum -4,96%. Tutte in rosso le 40 blue chip del paniere. Tra gli altri titoli, scivolone per Rcs (-6,31%) e Sorin (-4,68%) dopo lo stop da parte dell'Avvocatura dello Stato alla fusione con Cyberonics.

Il crollo odierno di Shangai è il maggiore da oltre otto anni mentre la Borsa cinese rispetto al picco del 12 giugno ha perso quasi 2mila punti. Gli investitori non credono a una stabilizzazione del mercato azionario a breve termine nonostante le misure varate dalle autorità per arginare l'ondata di vendite esplosa a metà giugno.A rendere il clima ancor più cupo le indicazioni che arrivano dall'economia reale. L'istituto statistico nazionale ha reso noto che i profitti delle grandi imprese a giugno sono scesi dello 0,3% su base annuale.

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