lunedì 5 ottobre 2015
​Alta tensione nel corso del cda della compagnia aerea: dirigenti in fuga dopo l'irruzione dei manifestanti. Il piano presentato ai sindacati prevede 2900 esuberi e la riduzione dei voli.
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Lavoratori dell'Air France in rivolta contro un piano industriale che prevede tra l'altro un taglio di 2900 posti di lavoro. Il cda della compagnia di bandiera francese è stato interrotto per le proteste dei lavoratori (un migliaio) che manifestavano. Si sono vissuti momenti di vera tensione stamane nel quartier generale della compagnia aerea di Roissy poco fuori Parigi quando i lavoratori hanno fatto irruzione nella sala dove si svolgeva il board dell'aviolinea. Al punto che, secondo i racconti dei delegati sindacali, il capo delle risorse umane, Xavier Broseta, "è stato quasi linciato" e per fuggire ha dovuto scavalcare in tutta fretta alcuni tornelli, a torso nudo e con la camicia strappata. In fuga anche il ceo Frederic Gagey. Per questo la riunione è stata sospesa. Il management condanna "la violenza fisica", in un comunicato, e annuncia una denuncia alla polizia. La tensione resta altissima, e dopo gli incidenti di stamane, la riunione del cda non dovrebbe riprendere in giornata, hanno riferito alcune fonti sindacali mentre l'azienda non si è pronunciata. I manifestanti avevano fatto irruzione proprio mentre si teneva la riunione, e mentre la direzione confermava il piano di ristrutturazione che prevede il taglio di 2.900 posti di lavoro. Decisione che, secondo le tre sigle sindacali rappresentative, è irricevibile: per questo motivo, hanno deciso la manifestazione davanti alla sede dove era in corso la riunione del cda. Il taglio dei 2.900 posti di lavoro tra il 2016 e il 2017 era stato preannunciato venerdì scorso dall'azienda ai sindacati, e indicato come effetto della rottura dei negoziati per migliorare la produttività. Secondo fonti sindacali, il management ha indicato un taglio di 300 piloti, 700 hostess e 1.900 personale di volo, ma il numero potrebbe essere maggiore perchè sarebbe prevista anche una cospicua riduzione di voli (37), e il ritiro di ben 14 aerei a lunga distanza. Se queste cifre dovessero essere confermate, i sindacati ritengono che sarebbero 4.900 i posti a rischio. Oggi i sindacati hanno fatto sciopero ma secondo la compagnia non ci sono stati particolari disagi se non "ritardi già previsti". Il nuovo piano di ristrutturazione, che si preannuncia il più pesante nella storia della compagnia, fa seguito a quello che ha già visto la soppressione di 5.500 posti di lavoro tra il 2012 e fine 2014. Dapprima l'azienda aveva suggerito alcune misure per incrementare la produttività, ma per i sindacati erano condizioni irricevibili. Di qui, la volontà del management a procedere con il taglio dei 2.900 posti di lavoro e la collera dei lavoratori. Il segretario di Stato ai Trasporti Alain Vidalies ha bollato l'aggressione di oggi come "inaccettabile". Atti, ha aggiunto, che "meritano di essere sanzionati".
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