martedì 14 agosto 2012
​Ragnetti, amministratore delegato di Alitalia: ««È un'azienda ridotta molto molto male. Lo abbiamo scoperto nei mesi con il ritmo di una sorpresa al giorno». Il fallimento della compagnia low-cost spaventa anche la Russia: in ginocchio una dozzina di tour operator.
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​«Il dossier con Wind Jet non si può riaprire: francamente con loro penso che non ci sia nessuna possibilità di riprendere un dialogo». Andrea Ragnetti, amministratore delegato di Alitalia, chiude le porte a una ripresa delle trattative con la compagnia siciliana: «È un'azienda ridotta molto molto male, non esiste più. Lo abbiamo scoperto nei mesi con il ritmo di una sorpresa al giorno». Così, prosegue, dopo l'accordo «che Wind Jet non è riuscita a onorare», non ci sarà spazio per nuove intese.Tutt'al più, vanno respinte alcune accuse rivolte in questi giorni alla compagnia di bandiera: «Soltanto un ingenuo – afferma Ragnetti – può pensare che Alitalia abbia cercato scientemente di fare fallire Wind Jet, che invece è fallita o fallirà semplicemente per cattiva capacità gestionale». Alitalia, continua l'amministratore delegato poco prima del suo ingresso al Ministero dello Sviluppo Economico, sta già spendendo «80mila euro al giorno» per aiutare i passeggeri della low-cost catanese. Solo la scorsa notte sono stati 20 i voli extra operati da e per la Sicilia, con 900 persone trasportate.
Intanto, il Codacons diffida le associazioni delle agenzie di viaggio (e i principali circuiti di pagamento delle carte di credito) dal riversare a Wind Jet il denaro incassato per l'acquisto dei biglietti.  La crisi della compagnia catanese sta mettendo in ginocchio anche una dozzina di tour operator russi, che  - secondo quanto affermato al quotidiano Moscow Times - si troverebbero ad affrontare perdite di milioni di dollari. Wind Jet collegava l'Italia a 17 destinazioni, tra cui Mosca e San Pietroburgo.
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