giovedì 19 febbraio 2015
Possibili integrazioni, per ora nessuna conferma ufficiale.
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Quello che si sta profilando per le banche popolari, con la contestata riforma ormai in fase di avvio, sembra davvero un risiko. E gli istituti ci stanno già lavorando, nonostante le smentite ufficiali sulle sempre più numerose indiscrezioni di ipotesi di aggregazione. La Borsa intanto continua a crederci: ieri i titoli delle popolari hanno chiuso al rialzo, a partire dalla maglia rosa Monte dei Paschi (+4,83%).  Al termine della riunione del comitato esecutivo dell’Abi (l’associazione delle banche italiane), tenutosi ieri a Roma, chi si è sbilanciato di più è stato l’amministratore delegato della Popolare Milano Giuseppe Castagna il quale, pur bocciando come «illazioni» le indiscrezioni su un matrimonio con la Popolare Emilia, si è detto interessato a creare, con altre popolari, il terzo o quarto polo bancario italiano. Anche Pier Francesco Saviotti (Banco Popolare) comincia a ragionare in termini di sinergie con altre banche, proponendo il proprio istituto come potenziale soggetto aggregante e strizzando l’occhio a Popolare Milano, un’ipotesi che non ha mai negato di privilegiare rispetto ad altre.  Al momento l’istituto non ha però contatti con nessuno e smentisce anche l’ipotesi circolata nei giorni scorsi di un’integrazione a tre con Ubi Banca e Mps. Qualsiasi discorso sul tema «è prematuro» per Alessandro Vandelli, Ad di Pop Emilia, mentre Victor Massiah (Ubi Banca) vuole prima aspettare la conversione del decreto. Ieri c’è stata poi una secca smentita da parte dell’Ad di Unicredit Federico Ghizzoni su un possibile acquisto di Bpm.  Tra i possibili correttivi a cui stanno pensando gli istituti, ci potrebbe essere l’introduzione di un limite al possesso azionario o del voto plurimo. «La cosa più semplice è il limite al possesso azionario» ha detto Saviotti. Tuttavia l’inchiesta giudiziaria su Veneto Banca e il commissariamento di Banca Etruria hanno fatto emergere criticità e limiti della gestione, indebolendo la difesa dei principio del voto capitario. Secondo Castagna «dopo la conversione del decreto» i ragionamenti si faranno più concreti.  A livello europeo, intanto, l’Abi torna a chiedere un testo unico bancario. «Chiedo che ci sia una Basilea 4, cioè una Basilea 3 implementata in un quadro di certezza» delle regole a livello europeo: è la sollecitazione del presidente Antonio Patuelli alle autorità europee, dopo che il comitato esecutivo ha ospitato Roberto Gualtieri, presidente dell’Econ (la commissione per i Problemi economici e monetari del Parlamento europeo). «Abbiamo una vigilanza unica e dobbiamo avere delle regole uniche, per questo sollecitiamo un Testo unico bancario europeo», ha spiegato Patuelli, che ha aggiunto: «È la prima volta che il comitato esecutivo Abi si è aperto a un colloquio con un’autorità europea. È un passo rilevante e non saltuario, che deriva dalla nascita dell’unione bancaria europea». Il prossimo comitato esecutivo si terrà tra un mese, il 18 marzo: l’Abi ha annunciato che è stato invitato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.
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