venerdì 4 settembre 2015
​Il ministro Poletti: risultato importante. Via libera ai controlli a distanza, ammortizzatori sociali per altri 1,4 milioni di lavoratori, stop alle dimissioni in bianco.  
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Jobs Act, via libera dal governo agli ultimi quattro decreti. Un "risultato importante" lo ha definito il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. "Abbiamo rimesso al centro il contratto a tempo indeterminato. Centinaia di migliaia di precari hanno un contratto stabile". Tra le novità qualche ritocco sulla norma sui controlli a distanza. Tema che da subito si è presentato caldo con i sindacati preoccupati per "l'abuso" nei riguardi dei lavoratori (la Cgil ha parlato di 'Grande fratellò) e il ministero del Lavoro che invece sin dall'inizio ha sostenuto che le norme sono in linea con il rispetto della privacy. Una modifica potrebbe riguardare gli impianti di sorveglianza e prevede che non possano essere installati solo per il controllo dei lavoratori. Nessuna novità per gli altri punti relativi agli strumenti assegnati al lavoratore, dal pc e tablet al cellulare aziendale. La norma sui controlli a distanza riscrive l'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori del 1970.  Nel testo si prevede che le aziende possano controllare computer, tablet e telefonini, così come i badge dei lavoratori senza che sia necessario un accordo sindacale o un'autorizzazione del ministero. E, in base a queste due condizioni, le informazioni raccolte "sono utilizzabili a tutti i fini connessi al rapporto di lavoro", quindi potenzialmente anche a fini disciplinari, dunque licenziamento compreso. "Abbiamo colmato un vuoto normativo. Oggi abbiamo una normativa complessiva con al centro due obiettivi: una norma chiara e definita e il rispetto della privacy" ha detto Poletti. Il ministro ha sottolineato che "su tablet e cellulari in dotazione ai lavoratori non possono essere montate strumentazioni oapplicazioni con funzioni di controllo". Gli altri decreti riguardano il riordino degli ammortizzatori sociali in costanza del rapporto di lavoro con la stretta sulla durata della cig ma l'estensione della platea; quelli sull'Ispettorato del lavoro, sull'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro. Il decreto legislativo sugli ammortizzatori sociali, limita la durata della cig (sia ordinaria che straordinaria) a 24 mesi in un quinquennio mobile. Tetto che può salire a 36 mesi con il ricorso esclusivo ai contratti di solidarietà (24 mesi di solidarietà e poi 12 di cig). Allo stesso tempo, gli ammortizzatori vengono estesi alle imprese sopra i 5 dipendenti (il governo ha parlato di tutele estese ad una platea di 1,4 milioni di lavoratori). La Naspi, il nuovo assegno contro ladisoccupazione involontaria durerà 24 mesi. "Abbiamo fatto lavoro importante - ha sototlineato Poletti - partendo da tre concetti inclusione, semplificazione, razionalizzazione. Abbiamo recuperato 20 leggi e fatto una sorta di testo unico. Con il riordino e i risparmi abbiamo stabilizzatofinanziamento per la Naspi a 24 mesi in maniera stabile". Poletti ha annunciatro la riduzione del 10% del contributo che imprese pagano per la cig e l'introduzione del meccanismo "bonusmauls": "chi utilizza la cig avrà un contributo più alto in ragione del tempo di uso dello strumento", allo scopo di disincentivare l'uso della cassa integrazione se "non è reale figlia di necessità". Il decreto attuativo sulle attività ispettive, con l'istituzione dell'Ispettorato unico ha come obiettivo secondo Poletti "quello di migliorare la performance delle ispezioni". "Anziché avere tre soggetti - ha detto al termine del cdm - ci sarà un istituto solo, così semplifichiamo anche per le imprese". Addio alle dimissioni in bianco. La certificazione della richiesta di dimissioni dovrà essere fatta "su un modulo che va scaricato dal sito del ministero del Lavoro, se non c'è un modulo datato e certificato la dimissione non è valida"
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