venerdì 10 giugno 2016
​La somma fa parte di un totale di 15 milioni, per metà di competenza statale. Ma nel 2015 erano 20.
 Intesa governo-Regioni: un fondo da 7,5 milioni per bonus bebè e servizi
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Governo e Regioni ci provano: insieme per battere la denatalità, fenomeno sempre più italiano, con un tasso di mortalità del 10,7 per mille, che l’Istat giudica «il più alto tra quelli misurati da secondo dopoguerra in poi». Contro questa tendenza, il ministro con delega alla Famiglia Enrico Costa ha sottoscritto ieri un accordo con le Regioni che destina 7,5 milioni di euro a governatori ed enti locali per finanziare un bonus per nuovi nati e sostenere i servizi per la prima infanzia. Soddisfatte anche le Regioni, per le quali l’intesa «è un tassello importante nel complesso delle politiche della famiglia». I soldi oggetto dell’accordo fanno parte in realtà di un ammontare complessivo di poco superiore al 15 milioni di euro (erano 20,5 l’anno scorso), che rimane per il 50% di competenza statale. Le Regioni si impegnano a cofinanziare i progetti e le attività da realizzare con almeno il 20% del finanziamento assegnato. L’obiettivo dell’aumento della natalità, sottolinea il testo dell’accordo, è stato individuato direttamente dal Dipartimento politiche della famiglia, dopo che l’anno scorso ci si era occupati di 'azioni innovative' e di Centri per le famiglie.  «Siamo contenti che le Regioni abbiano aderito a questa linea di lavoro - ha spiegato Costa - che chiaramente dovrà poi essere confermata nei provvedimenti di competenza del governo e del Parlamento, come anche nella legge di stabilità. Dobbiamo avviare non solo delle misure - ha sottolineato - ma politiche e strategie per fare in modo che le giovani coppie guardino al futuro con maggiore fiducia, c’è quindi una convergenza di attività tra lo Stato e le Regioni per andare in questa direzione». Sullo stesso tono, come anticipato, le Regioni: «per quanto riguarda i fondi di competenza delle Regioni - ha spiegato Rita Visini, assessore della Regione Lazio e coordinatrice della commissione Politiche Sociali della Conferenza delle Regioni - abbiamo spiegato che nell’ambito delle attività a favore della natalità rientrano le diverse azioni previste dalle singole programmazioni regionali, come ad esempio i bonus per i nuovi nati e le misure di sostegno ai servizi per la prima infanzia». Nel complesso, ha osservato, «si tratta certamente di risorse che non servono a contrastare completamente il problema della denatalità, ma rappresentano pur sempre un tassello importante nell’insieme delle politiche per la famiglia». La mossa di governo e Regioni va nel solco di quanto affermato dal ministro per gli Affari regionali Costa, sin da quando ha ricevuto la delega alle Politiche familiari. Una linea ribadita mercoledì durante il question time alla Camera: «Occorre evitare che la famiglia sia considerata un soggetto neutro di fronte al legislatore e al fisco. Avere figli è bellissimo ma comporta sacrifici, difficoltà e costi e lo Stato non deve essere indifferente».
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