lunedì 26 marzo 2012
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È strano ma in fondo non troppo: se si vuole davvero capire e afferrare cosa sia stato l’Impero romano, quale formidabile potenza culturale, militare ed economica abbia dispiegato e come il cristianesimo lo abbia permeato, facendo germogliare una nuova vita dalle sue rovine bisogna allontanarsi da Roma e, ad esempio, venire qui, a Treviri, in un lembo di Germania che sfiora la Francia e il Lussemburgo. Si scende dal volo low cost atterrato a Francoforte-Hahn (spartano ma strategico hub per la regione della Renania-Palatinato), si noleggia un auto e in pochi chilometri si raggiunge questa città che si fregia del titolo di più antica della Germania. La visitiamo facendo da battistrada ai pellegrini che vi affluiranno tra il 13 aprile e il 13 maggio prossimi, quando nel magnifico Duomo verrà nuovamente esposta, dopo 16 anni, la reliquia della Santa Veste di Cristo. Città più antica, dicevamo. E diocesi più antica a nord delle Alpi. I siti web e le pubblicazioni locali, benché compassati, non riescono a trattenere l’orgoglio. Dopotutto, l’appellativo di Roma del Nord, Treviri se lo è conquistato quando fu fondata da Augusto con il nome di Augusta Treverorum nel punto in cui la strada proveniente dall’Italia incrociava la Mosella e proprio alcuni reperti lignei di un ponte indicano una possibile datazione al 17 a. C.. L’orgoglio delle guide turistiche cresce a dismisura quando, dopo aver ricordato l’altro appellativo, quello di Roma secunda, ben presto guadagnato dalla città, osservano le reazioni dei turisti meno colti al cospetto della Porta Nigra. In effetti sembra proprio di essere a Roma, di fronte al più famoso tra i nove monumenti (fra i quali l’anfiteatro e le terme) protetti dall’Unesco che caratterizzano la cittadina. Vero e proprio landmark di Treviri, in arenaria grigio-nerastra, "la Nigra" evoca la cinta muraria di cui era una delle cinque porte. Ora, in luogo di un arcigno posto di guardia, a pochi passi, si propongono i dépliant dell’ufficio del turismo.
Prima di immergerci nel centro per un percorso che si concluderà con il Duomo, c’è tempo per scoprire che Treviri è una delle mete fisse dei trafelati itinerari che in pochi giorni conducono i turisti cinesi a caracollare per il Vecchio Continente. I cinesi a Treviri? L’inchiostro del punto di domanda è ancora fresco e la risposta, quattro lettere, già si materializza nella mente: Marx! Karl Marx! Poche centinaia di metri e il cronista-turista trova conferma: è il barbuto "filosofo di Treviri" ad attirare qui frotte di cinesi. «Arrivano la sera, dormono, fanno colazione prestissimo e vengono qui a farsi fotografare prima di ripartire», dice una distinta passante di fronte alla casa natale del pensatore. Che a quest’ora è ancora chiusa, con il suo piccolo museo. Ma a quei cinesi sorridenti e soddisfatti in posa davanti all’obbiettivo la cosa pare non importare: il comunismo è nato qui.
Treviri non pare vantarsene troppo. E infatti il reticolo di strade che ancora risente del cardo e del decumano ti conduce ai due veri gioielli della città. Il primo è la Basilica costantiniana. Avete presente le rovine di Massenzio, viste dai Fori imperiali? Bene, qui è tutto in piedi ed è un edificio che lascia a bocca aperta. Una sala immensa e priva di colonne, 70 metri di lunghezza, alta 30: era la più ampia mai costruita a nord delle Alpi, con finestre di 7 metri e efficiente sistema di riscaldamento. Dal 1857 ospita una chiesa evangelica. Il vero viaggiatore è chi è capace di leggere il presente immedesimandosi con il passato e trasformando così il viaggio in esperienza. Chi lo diceva? Non c’è tempo per le teorie: la pratica urge.
La Basilica da cui siamo appena usciti fu completata da Valentiniano nel IV secolo; negli stessi anni (314 - 329), la piccola comunità cristiana era guidata da un grande vescovo, sant’Agrizio. È a lui che si deve il complesso architettonico cristiano le cui vestigia (visitabili su richiesta) emergono oggi dagli scavi e che fu l’embrione del Duomo e della adiacente chiesa di "Nostra Signora". E un giro attorno alla Cattedrale è un vero ripasso di storia e architettura europee, che fa cogliere la cruciale importanza della piccola Treviri. Qui risiedeva Costanzo Cloro, l’imperatore padre di quel Costantino che nel 313 promulgò l’editto che mise fine alle persecuzioni dei Cristiani. Questa è stata quindi la capitale imperiale dell’Occidente, con una popolazione di 40mila abitanti (oggi l’intero distretto ne conta 100mila). E a Treviri passano e sostano Atanasio (in esilio) e san Gerolamo, ma soprattutto è in questa città che nasce il grande vescovo di Milano, sant’Ambrogio. Sembra di vederli. Anche se oggi gli edifici sono molto diversi, dato che lo sviluppo architettonico del complesso del Duomo ha attraversato i secoli, dalle distruzioni barbariche al medioevo di quegli imperatori della dinastia dei Salici che trapuntarono la regione (Worms, Spira, Magonza) di cattedrali romaniche, che non hanno nulla da invidiare alle "star" gotiche francesi. E proprio la confinante chiesa di "Nostra Signora" è la prima chiesa gotica della Germania. Davanti al Duomo, che come tutte le cattedrali saliche ha due absidi e nessuna facciata, i bambini si arrampicano su un’antica e gigantesca colonna coricata mentre, per lo stupore degli adulti, il braccio di un robot protetto da una teca sta vergando in caratteri gotici tutta la Bibbia. Ti rendi conto che è molto probabile che Costantino e Ambrogio abbiano passeggiato proprio lì dove ti trovi ed è allora che ti chiedi come hai potuto lasciare che i cinesi scoprissero Treviri prima di te.
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