venerdì 9 novembre 2012
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Una "rivoluzione" per una delle sante più conosciute. Quel "del Bambin Gesù" rendeva la sua "piccola via" una pratica spirituale, ma Teresa è stata grande in dottrina, non semplice modello di spiritualità: lo attesta con un’indagine storiografica e filologica di Gianni Gennari, qui noto per i suoi “Lupus in pagina”, teologo con studi a Roma, Parigi e Friburgo. Esce questa settimana da Lindau Teresa di Lisieux. Il fascino della santità: i segreti di una dottrina ritrovata (pp. 616, euro 38), con la traduzione letterale dagli originali dei Manoscritti.Teresa non più la Santa dell’"infanzia", ma della divinizzazione dell’uomo. Un vero "rovesciamento teologico"?«La via di Teresa, che lei dice "piccola", è sì ispirata a l’Enfant, ma questo vuol dire Figlio e il modello è Gesù, Enfant de Dieu, un Dio che in Lui si offre alla creatura invadendola con il suo Amore infinito e "divinizzandola" per grazia. Teresa parla di "appropriazione" del Fuoco divino, lo Spirito Santo che "brucia nel Cuore della Chiesa" e che la possiede trasformandola in sé: "Nel Cuore della Chiesa mia madre io sarò l’Amore, così sarò tutto!". Per Giovanni Paolo II e Benedetto XVI questo è lo specifico di Teresa, così aperta all’invasione di Dio da essere capace di amarLo con il suo stesso amore anche nella "notte" dello spirito: sorella dei peccatori, dei lontani, degli atei, dei disperati. Una dottrina ecclesiale e per nulla clericale, ove la Chiesa è vista come Corpo Mistico anticipando di 55 anni la Mystici Corporis di Pio XII. La sua mariologia vede Maria "più madre che regina". C’è anche una visione liberante dell’essenza profonda della preghiera».La vicenda dei Manoscritti di Teresa manipolati sembra un copione di Dan Brown. Perchè tutto è stato così ingarbugliato?«Le sorelle l’avevano sempre vista come la piccola, guidata da loro, ma il suo unico "direttore" è stato Gesù. Dopo 50 anni il primo a rendersene conto fu l’abbé André Combes, teologo all’Institut Catholique e alla Sorbona di Parigi e alla Lateranense nei 4 anni di studi a Lisieux (1946-1950), ove scoprì le manipolazioni compiute in buona fede che hanno portato tutti all’interpretazione di Teresa come la santa dell’"infanzia spirituale" sul modello del bimbo, e non su quello del "Figlio", Gesù. Infatti Teresa mai ha parlato di "infanzia spirituale", e tra le mille e più sue citazioni bibliche non c’è il celebre "se non diventerete come bambini" di Matteo 18, 3. Per occultare questo fatto, oggi dimostrato ed ammesso, sono stati commessi dei veri "crimini" storiografici in buona fede, ma falsando tutta la visione teologica di Teresa, poi recuperata da Combes e oggi accolta da Giovanni Paolo II che ha voluto Teresa "Dottore della Chiesa", contraddicendo un forte "no" di Pio XI e del cardinale Pacelli, poi Pio XII, nel 1932. La nuova via di Teresa, con una teologia non cattedratica, è sostenuta da una sua visione dell’azione dello Spirito Santo».Dunque, quella del suo libro è un’operazione-verità…«Dal 1956, cioè dal momento in cui, realizzando il progetto di Combes, che nel 1950 proprio per questo fu cacciato dal Carmelo, si recuperano i veri scritti, la verità si è imposta, anche se permangono resistenze, come documento nel libro, nascondendo documenti e fatti anche gravi del passato. Perciò il volume ha un duplice fine: la storia della vicenda complessa dei testi di Teresa e la dottrina spirituale e teologale della Santa di Lisieux, Patrona delle Missioni, "Dottore dell’amore" come ha proclamato Giovanni Paolo II e "maestra specialmente dei teologi", come disse Benedetto XVI, nell’Udienza del 6 aprile 2011, che mi ha dato la spinta decisiva a riprendere il discorso, per me vitale da più di 50 anni, come si legge nel Postscriptum».Lei scrive che Teresa è una risposta ai "maestri del sospetto", Marx Freud Nietzsche. Perchè?«Sì, anche questo, e non solo. Teresa annuncia che la grandezza di Dio si è offerta tutta alla creatura che si lascia divinizzare dalla Grazia. Il detto "Tutto è grazia", divulgato da Bernanos ne Il diario di un curato di Campagna, è proprio di Teresa. L’uomo-creatura diventa figlio di Dio nell’invasione dello Spirito: il teologo Von Balthasar scrisse che la dottrina di Teresa è una vera pneumatologia. L’uomo, creatura che si lascia divinizzare dall’invasione, è tutt’altro che "alienato" (come sostenevano Feuerbach e Marx), tutt’altro che rivale di un Padre che lo "castra" negandogli felicità e amore (vedi Freud), tutt’altro che Superuomo che annuncia la morte di Dio (cfr. Nietzsche). Cristologia e antropologia vanno di pari passo: una modernità di Teresa in anticipo di quasi un secolo. Alcuni testi del Vaticano II, di Paolo VI e in particolare di Benedetto XVI (penso al n. 10 di Caritas in veritate), paiono ispirati a Teresa, sorella dei peccatori, dei disperati, degli atei in ricerca della verità, per i quali offre la sua prova finale».È però un dato che gli ultimi due papi hanno rivalutato Teresa in chiave teologica. Vero?«Sì. Essi l’hanno esaltata come Dottore e Maestra dei teologi proprio grazie alla riscoperta dei veri testi ed al superamento di tante resistenze che per rispetto del Carmelo e anche di certa tradizione avevano per tanti anni prodotto i malintesi dell’"infanzia spirituale" a sfondo psicologistico, sentimentale e fatto solo di piccole cose. La rivalutazione è restituzione a Teresa dei doni di luce e di grazia che il Signore le ha elargito e che Lei ha accolto senza riserva: questa è la santità cristiana…»
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