domenica 29 ottobre 2017
«Ricominciamo da zero o quasi», spiega Maria Rita Puglia, proprietaria della panetteria: «Tanta paura di non farcela, ma la voglia di restare qui è più forte»
 Torna al suo lavoro Valerio, che perse figli e moglie

Di nuovo. Ed è un’emozione. Una donna s’avvicina a Valerio, uscito a prendere una boccata d’aria mentre il forno è acceso. «Si risente il profumo del pane ad Amatrice, il profumo del pane fresco», gli dice, sorridendo. Le sorride anche lui. Lui che ha perso i due figli e la moglie e la casa e il lavoro quella notte, il 24 agosto 2016. Che ieri mattina è tornato a farlo, il pane, e a fare il suo mestiere. Quattordici mesi dopo.

«È bello quel che ha detto la signora, ti dà anche forza di andare avanti», spiega Valerio. Il panificio ha riaperto ieri nel centro commerciale "Il corso": «Ricominciamo da zero o quasi, speriamo che la fortuna ci accompagni», spiega Maria Rita Puglia, la proprietaria: «Sono felice di avere riaperto, di esserci, ma con tanta paura, perché dopo più di un anno e tutto quel che ci è capitato la paura di non farcela ti assale. Ma «a voglia di restare qui e mandare avanti l’attività di mio padre che non c’è più è più forte di tutte le paure del mondo».

Valerio è dipendente di Maria Rita, ma solo sulla carta, parla di lei come di una sorella. «Sì, è vero – risponde la donna, che ha il pancione e la sua bimba nascerà fra due settimane –. Lui è il fratello che non ho mai avuto. Gli voglio bene e voglio che lavori con me per sempre anche perché è il mio punto di riferimento, non avendo più mio papà».
Nel "Panificio amatriciano Puglia dal 1968" il via vai di gente è senza soste. Su un muro fanno bella mostra le foto dei vicoli, della chiesa, della torre civica della cittadina com’erano prima del terremoto. «Dopo quella drammatica notte che mi ha portato via tutto... Torno a fare il pane. Grazie Maria Rita. Per Paola, Benny e Giusy», ha scritto Valerio su Facebook, l’altro ieri sera, sopra le foto di sua moglie Paola e di Benedetta e Giuseppe, tredici e nove anni, i loro figli. «Sono contento di essere tornato a fare al mio mestiere soprattutto per loro, per la mia famiglia che non c’è più», dice. E stamani ha occhi diversi, mai visti in un anno: «Anche se non li ho qui con me, so che da Lassù mi proteggono».

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