martedì 6 gennaio 2015
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​La notizia potrebbe riaprire il dibattito archeologico su quale sarebbe stato il luogo in cui Gesù subì il processo. Il condizionale è d’obbligo perché la tesi rilanciata ieri dal Washington Post è già stata esposta nel libro The Final Days of Jesus di Shimon Gibson nel 2010 e circola in realtà da anni. Attorno al 2000 furono iniziati a Gerusalemme i lavori di ampliamento del museo della Torre di David, un’antica fortezza non lontana dalla Porta di Giaffa. Lavori che hanno interessato anche edifici adiacenti e in uno di essi, risultato molto antico, è stato trovato un pavimento in pietre che, secondo archeologi come Gibson e Amit Re’em, apparterrebbe al palazzo di Erode il Grande. Nei Vangeli la parola tradotta come "pretorium" ("praitórion") indica il luogo dove Gesù fu processato ed è nominato in Matteo, 27:1-31 e Giovanni 18: 28-40. Dal XIII secolo, in seguito a una migliore conoscenza della città, lo si fece corrispondere alla Fortezza Antonia, dimora di Pilato, che s’ergeva a nord del Tempio, area dalla quale partono i pellegrinaggi per la Via Dolorosa. È stata la logica lettura dei Vangeli a far corrispondere il pretorio con gli edifici romani. Innumerevoli dipinti, racconti e resoconti storici, da allora, hanno raffigurato Gesù che esce dalla Fortezza incamminato sul Golgota. L’identificazione è stata anche sostenuta da moltissimi archeologi. Nei secoli, parti di quello che era considerato l’antico pretorio sono state portate in luoghi vicini. Qui si possono visitare ambienti presentati come la "prigione di Cristo". Uno è custodito dai francescani, a nord del Santo Sepolcro, altri dai greci-ortodossi nel Monastero del Pretorio accanto alla Chiesa dell’Ecce Homo e dagli Armeni vicino al Monastero della Flagellazione, in corrispondenza della seconda stazione della Via Crucis. Tuttavia, più anticamente sono attestate Via Crucis che partivano anche dalla zona della Torre di David, qualche centinaio di metri a occidente. Qualcuno ha sempre ipotizzato che il pretorium di cui parlano i Vangeli sia il palazzo di Erode il Grande, altro luogo nel quale, anche se più indirettamente, si esercitava il potere romano. Ora si sarebbe evidenziato un pavimento costruito con "pietre irregolari" (il "litostrato" nominato da Giovanni) che potrebbe corrispondere, appunto, al sito del Palazzo di Erode, tesi sostenuta dal professor Shimon Gibson. Altro dettaglio è la vicinanza a una porta della città (la Porta di Giaffa?). Gibson, professore della Charlotte University del North Carolina e attivo archeologo in situ non è l’ultimo arrivato in questo campo e vanta al suo attivo importanti pubblicazioni, anche a carattere enciclopedico, sull’antica Gerusalemme. Di sicuro le sue argomentazioni appaiono fondate. Abbastanza da far spostare i luoghi tradizionalmente legati al processo di Gesù e all’inizio della Via Dolorosa? La principale evidenza sino a ora citata sembrerebbe la natura del pavimento unita al palazzo di Erode come altro centro del potere romano. La lettura dei Vangeli sembra far corrispondere il pretorio anche con la fortezza romana, sebbene la Fortezza Antonia non venga nominata esplicitamente, e questo è un punto a favore della tesi di Gibson e Re’em. Di fatto oggi le due tesi convivono. Nella International Standard Bible Encyclopedia, il curatore Geoffrey W. Bromiley sembra propendere per la Fortezza Antonia mentre Jodi Magness, in The Archaeology of the Holy Land, pubblicata da Cambridge University Press, pare più convinto dall’identificazione del pretorio evangelico con il Palazzo di Erode. Comunque fosse chiamato il luogo nel quale Gesù fu processato, questo doveva essere fortemente legato a Pilato che si muoveva in esso con dimestichezza e poteva disporre di soldati. Vedremo se tale ipotesi archeologica diverrà (o meglio continuerà a essere) un appassionante dibattito o se resterà un punto in discussione senza approdi definitivi. Di sicuro, il Cristianesimo non teme l’accuratezza storica e se le prove si riveleranno forti, vorrà dire che la Via Crucis potrebbe un domani partire dal luogo già usato in età bizantina, presso la Torre di David.
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