martedì 26 aprile 2022
Veglia di Pasqua ortodossa a Mosca, nella cattedrale di Cristo Redentore. Fumo di incensi dai bracieri, splendidi canti. Fuori, è schierato un esercito. Nella cattedrale protetta come un bunker il presidente Putin si traccia il segno della croce. Il volto, impassibile, non lascia trapelare nulla dei suoi pensieri. Ma, lo ha fatto quel gesto: nel nome del Padre.
E tu che hai negli occhi l'Ucraina, il terreo fantasma di Mariupol, le migliaia di morti, la strage di soldati russi ragazzi, sussulti. Come quando per strada improvvisamente risuona, aspra, una bestemmia. Lo stesso effetto, quel segno della Croce esibito alle telecamere: un pugno.
Certo, direte, tanti potenti hanno scheletri nell'armadio, eppure vanno a Messa. Ma Putin non ha solo scheletri. C'è una folla di vivi nelle "catacombe", come le ha chiamate, sotto la Azovstal di Mariupol. Girano sul web i video dei sotterranei dell'acciaieria: quanti bambini, e anche piccoli, quante madri impietrite. Chiedono corridoi umanitari sicuri, per uscire da lì sotto. Ma, ogni giorno, i corridoi falliscono. Lei non li vede, presidente, quei bambini? Non somigliano alle figlie che ha avuto? In una vecchia foto lei gioca con loro due, piccole, sul letto, e sorride. Un tempo lei sorrideva. Adesso ha quella faccia, quello sguardo di cemento. Che le è successo, presidente? Nel nome del Padre? Ma, di quale Padre?
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