mercoledì 15 luglio 2015
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Caro direttore,
nella lettera enciclica Laudato si’, congedata il 24 maggio 2015, papa Francesco, nel delineare «la radice umana della crisi ecologica» del tempo presente, sottolinea che la prima causa va cercata nella «globalizzazione del paradigma tecnocratico» (vedi in particolare il § 106), mettendo sotto accusa «il modo in cui di fatto l’umanità ha assunto la tecnologia e il suo sviluppo insieme a un paradigma omogeneo e unidimensionale. In tale paradigma risalta una concezione del soggetto che progressivamente, nel processo logico-razionale, comprende e in tal modo possiede l’oggetto che si trova all’esterno. Tale soggetto si esplica nello stabilire il metodo scientifico con la sua sperimentazione, che è già esplicitamente una tecnica di possesso, dominio e trasformazione». Francesco riconosce che l’intervento dell’essere umano sulla natura è vecchio di secoli se non di millenni; ma un tempo «si trattava di ricevere quello che la realtà naturale da sé permette, come tendendo la mano». Ora, invece, tale mano si impone! Eppure, sono stati proprio la riflessione sulle modalità dell’impresa tecnico-scientifica (che a nostro avviso è riduttivo chiamare «tecnoscienza», come si fa nell’enciclica al § 107) e lo sviluppo di forme sempre più raffinate di critica all’interno stesso della teorizzazione scientifica a mostrare che la scienza, lungi dal garantire un dominio assoluto sul mondo, mette in luce soprattutto quello che non possiamo fare.
Ci domandiamo allora se la pur interessante proposta di Francesco di una «ecologia integrale» debba essere fondata su un’immagine delle procedure scientifiche e tecnologiche che non coglie minimamente i tratti salienti dell’attuale ricerca e ci pare curiosamente vicina ad alcune prospettive antiscientifiche che, se da una parte rimandano al passato (vedi il caso Galileo), dall’altra ci sembra difficile accostare al patrimonio intellettuale più vivo del cristianesimo. Se non fosse per «logica e sperimentazione» non si parlerebbe nemmeno della crisi ecologica e dei suoi possibili rimedi.
 
 
Edoardo Ballo, logico, Università di Milano
Vincenzo Barone, fisico teorico, Università del Piemonte Orientale
Claudio Bartocci, matematico, Università di Genova
Edoardo Boncinelli, genetista e neuroscienziato,
Università Vita-Salute San Raffaele
Rodolfo Costa, genetista, Università di Padova
Giulio Giorello, filosofo della scienza, Università di Milano
Telmo Pievani, filosofo della scienza, Università di Padova
Silvio Rubbia, ingegnere, Politecnico di Milano
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