sabato 8 marzo 2014
La celebre statua testimonial di un'arma prodotta in Usa. Il ministro Franceschini: offende e viola la legge. Aiart: non diventi spot tv. Il soprintendente Acidini diffida l'azienda, che fa sparire l'immagine dal sito.
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Il David di Michelangelo utilizzato come testimonial di un'arma prodotta negli Stati Uniti. È la scelta fatta dalla società Illinois Arma Lite che ha 'immortalato' la celeberrima statua per lanciare un fucile tattico da oltre 3mila dollari. Immediata la reazione della soprintendente del Polo Museale Fiorentino, Cristina Acidini, che ha annunciato una diffida all'azienda dal continuare a divulgare l'immagini del David a mano armata.Il David, custodito dal 1873 nella Galleria dell'Accademia, è protetto da diritti e il suo utilizzo a scopo pubblicitario è subordinato, per legge, al rilascio di un permesso da parte dell'ente titolare, nella fattispecie lo Stato, e al pagamento di un canone. Agli uffici della Sovrintendenza non è arrivata alcuna richiesta ufficiale da parte della Arma Lite. "La legge dice che la valenza estetica dell'opera non può essere snaturata - spiega il direttore dell'Accademia Angelo Tartuferi -. In questo caso siamo di fronte a un atto, oltre che di cattivo gusto, del tutto illecito". Nella campagna pubblicitaria della società americana per lanciare il fucile tipo bolt action l'immagine del David è accompagnata dalla scritta A work of art. "L'immagine pubblicitaria del David armato offende e viola la legge. Agiremo contro l'azienda americana che deve ritirare subito la campagna". Lo scrive il ministro del Mibact Dario Franceschini su twitter."Ci auguriamo che nessuno, né in Italia né all'estero, abbia la tentazione di far diventare la pubblicità del 'David armato' uno spot televisivo". Lo afferma in una nota l'associazione di telespettatori cattolici Aiart. "Bene ha fatto il ministro Franceschini a intervenire - prosegue la nota -. Non si può deturpare un'opera così importante, ancor di più per pubblicizzare un'arma". L'azienda americana, che evidentemente non si aspettava una reazione così dall'Italia, ha già fatto scomparire dal suo sito la foto incriminata. Anche se restano tracce on line sia come foto che nelle recensioni sui blog o nelle discussioni nei forum.

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