sabato 21 febbraio 2015
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Il “Medioevo sepolto” di Bobbio torna alla luce grazie a san Colombano. A 1400 anni dalla morte del monaco irlandese che predicò il Vangelo sulle strade di un’Europa in crisi d’identità, l’abbazia che ne custodisce le spoglie sta ospitando uno scavo archeologico per indagare le origini della presenza monastica nella città della Val Trebbia. A dispetto dell’eccezionalità del sito, si hanno infatti pochissime informazioni sul primo periodo di vita della comunità fondata da Colombano nel 614, ultima tappa della peregrinatio pro Christo che da Bangor, sulla costa nord-est dell’Irlanda, lo condusse in Francia, Svizzera e infine in Italia.“Making Europe: Columbanus and his legacy”, ovvero “Fare l’Europa: Colombano e la sua eredità” è non a caso il nome del progetto di respiro internazionale entro cui si colloca l’iniziativa archeologica. Avviato nel 2010, punta a valorizzare il patrimonio di cultura che il fiorire dei monasteri colombaniani ci ha consegnato. Come accadeva in Italia con le fondazioni legate a san Benedetto, l’arrivo di Colombano e dei suoi dodici compagni nelle Gallie del VII secolo – con i monasteri di Annegray, Luxueil e Fontaines – ha prodotto isole di civiltà in un’Europa allo sbando dopo il crollo dell’Impero romano. Quando, per contrasti con i regnanti del tempo ai quali il monaco non risparmiava aspri rimproveri per la loro condotta poco consona all’altezza del ruolo, attraversò i confini francesi spingendosi sul Lago di Costanza e poi al di là delle Alpi, nella Lombardia dei sovrani longobardi Agilulfo e Teodolinda, portò con sé la sua visione di un’Europa che nella fede cristiana poteva trovare la sua unità. La rete di cenobi che seguivano la Regola di Colombano ne erano la dimostrazione vivente. A partire da Bobbio, che nel 628, con la bolla di Onorio I, divenne il primo monastero ad essere esentato dalla giurisdizione del vescovo e posto sotto la protezione diretta del Papato. Un fatto che attesta il prestigio che Colombano, morto nel 615, aveva saputo guadagnarsi nella Chiesa. Ribattezzato la “Montecassino del Nord”, nel X secolo Bobbio poteva vantare la biblioteca più preziosa della penisola: il suo catalogo comprendeva settecento codici, compresi manoscritti di opere della letteratura latina come il Palinsesto bobbiese da cui il filologo ottocentesco Angelo Mai trascrisse il De Republica di Cicerone. La storia della presenza monastica in Val Trebbia è terminata con la cacciata, al pari degli altri ordini religiosi, ad opera di Napoleone Bonaparte. Nei locali un tempo adibiti alle arti liberali e allo scriptorium ha ora sede il museo dell’abbazia di San Colombano: vi si possono ammirare oggetti sia legati al culto del santo che alla storia della città, strettamente connessa a quella del monastero. Gli scavi in corso ne chiariranno ancora meglio i contorni. «È la prima volta di un intervento scientifico di tale importanza a Bobbio: ci aspettiamo di trovare attestazioni delle fasi più antiche della storia della città», spiega Roberta Conversi della soprintendenza per i Beni archeologici di Parma e Piacenza, che si occupa della direzione scientifica dei lavori insieme a Eleonora Destefanis dell’Università del Piemonte Orientale. L’Ateneo, grazie ad un contributo dell’Università di Galway, partner del progetto di ricerca, ha organizzato un vero e proprio “cantiere scuola” in Archeologia medievale al quale stanno partecipando studenti irlandesi, italiani e francesi. Già nel 2013 un team di studiosi aveva effettuato indagini georadar nel centro della Val Trebbia e nell’area del complesso abbaziale. Un’alta concentrazione di strutture sepolte era stata individuata dentro la basilica. Il sondaggio stratigrafico consentirà ora di indagare la consistenza del giacimento archeologico ancora conservato e, si spera, di mettere in luce elementi delle fasi edilizie più antiche del complesso monastico. Ogni pomeriggio, la squadra di studenti-archeologi presenta ai bobbiesi le scoperte della giornata. Momento culminante del progetto – condiviso dalla parrocchia di San Colombano e dalla diocesi di Piacenza-Bobbio – sarà il convegno di studi che presenterà i riscontri di questi anni di ricerca e che si terrà a Bobbio il 21 e 22 novembre prossimi, alla vigilia del 14° centenario della morte del santo.
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