giovedì 12 marzo 2015
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Da Abu Dhabi, sede mondiale dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili Irena, è decollato il 9 marzo il futuristico aereo Solar Impulse. Tenterà il primo giro del mondo a tappe, mosso solamente dall’energia solare. Se l’impresa riuscirà, Solar Impulse ha buone chance di diventare il simbolo di un’epoca. Viene allora da pensare a un’altra icona tecnologica, che già fu il simbolo di un era: il supersonico civile Concorde, la cui fulminante carriera iniziò nel 1976 e finì nel 2002. Materialmente i due aerei non hanno niente in comune: energia solare, invece di 96 tonnellate di cherosene, 2,3 tonnellate di peso, invece di 184, un passeggero, invece di cento, velocità di 50 km/h, invece di 2200 km/h, costo di progetto di 100 milioni di euro, invece di 2 miliardi. «Una follia impossibile», avevano detto molti gruppi industriali, rifiutando di impegnarsi nel progetto Solar Impulse. «Il futuro dell’aviazione civile» dissero del progetto Concorde ingegneri e industriali europei. Secondo loro, nel Duemila 400 Concorde avrebbero solcato i cieli.Per molti Solar Impulse è un costoso esercizio senza futuro: trasporta un solo passeggero, in condizioni di comfort miserabili, alla velocità di una bicicletta, incapace di affrontare venti impetuosi. Sono le stesse condizioni che valsero nel 1903 per il Wright Flyer, il primo aereo a motore che si alzò in volo. Uguale a quella del Wright Flyer è anche la potenza dei motori di Solar Impulse: 28 cavalli. Il supersonico Concorde invece non era uno stravagante giocattolo. Volava da Parigi a New York in tre ore e mezza. «Arrivate prima di partire» diceva la pubblicità, grazie alla velocità con la quale attraversava i fusi orari.Il progetto Solar Impulse nacque nel 2003, proprio mentre venivano ritirati gli ultimi dei pochi Concorde costruiti. La brillante avventura tecnologica del Concorde fu un fiasco economico ed ecologico. In gran parte sovvenzionati dai governi di Francia e Gran Bretagna, gli enormi costi dello sviluppo, della costruzione e dell’esercizio dell’aereo supersonico non erano compensati dal suo scarso successo economico. Rispetto ad altri aerei la velocità del Concorde era doppia, il consumo di carburante triplo, il costo del biglietto decuplo (e in buona parte sovvenzionato dai contribuenti). Il pretesto per la sua eutanasia fu la tragedia di Parigi del 25 luglio 2000, quando «l’aereo più sicuro del mondo» precipitò uccidendo 113 persone.Tanto diversi sono i due aerei materialmente, tanto simile è la loro vocazione simbolica. Ognuno è l’icona di un’epoca. Nella sua forma snella di uccello elegante, il Concorde sarà forse ricordato come il canto del cigno dell’era dei carburanti fossili a buon mercato: era infatti un’enorme bolla volante di cento tonnellate di cherosene, l’unico aereo di linea in cui il carburante pesava più di tutto il resto. A dispetto della forma slanciata, il Concorde fu l’apoteosi della massa, della potenza, dell’accelerazione, dello spreco, del baccano, dell’inquinamento. Un’esagerazione costosa, accessibile a pochi. Un aereo "veramente futurista", che avrebbe deliziato Marinetti. Il Solar Impulse è l’esatto contrario: un’enorme libellula appena ronzante. Pur largo 72 metri, come il più grande aereo del mondo, l’Airbus 380, è però 200 volte più leggero: 2,3 invece di 500 tonnellate. L’energia che lo muove è inesauribile, è di tutti, non può essere comprata né venduta, non alimenta il Pil, le guerre, i potentati, i colpi di stato. Non altera il clima, non inquina l’aria. Come dicono i suoi ideatori e piloti André Borschberg e Bertrand Piccard, lo scopo del Solar Impulse non è di stabilire record o proporre un’alternativa alla moderna aviazione civile, ma è di dimostrare che i progressi delle tecnologie solari sono così veloci, da permettere cose fino a ieri ritenute impossibili. «Se dimostro di poter volare intorno al mondo con la sola energia solare – dice Piccard – chi potrà più dire che con essa non si può far funzionare un frigorifero, un riscaldamento, un ascensore?». In effetti Schindler, uno degli sponsor di Solar Impulse, ha già realizzato un ascensore a energia solare.Nessuno si aspetta che l’energia fotovoltaica possa essere una soluzione per i grandi aerei da trasporto. Le ricadute di Solar Impulse sono piuttosto in alcune innovazioni sviluppate per il progetto e applicabili altrove e nel mettere a punto velivoli leggeri capaci di stare in volo per anni, utili per esempio nelle telerilevazioni, nelle telecomunicazioni e come trasmettitori di segnali per internet. Non a caso Google e Swisscom sono tra gli sponsor di Solar Impulse. Dal canto suo, a Facebook si attribuisce un progetto di droni a energia solare per fornire una copertura Internet dallo spazio.Se Solar Impulse è un’ardita iniziativa da pionieri. Le tecnologie per le nuove energie rinnovabili, in particolare quelle solari ed eoliche, sono ormai da vent’anni una consistente forza di mercato in rapida espansione. In Europa e in altre regioni esse raccolgono da alcuni anni la maggioranza degli investimenti in nuove strutture energetiche. Hanno superato la fase sperimentale ormai da vent’anni. Così come Solar Impulse sta dimostrando che si può volare con energia per il 100 % solare, un numero crescente di scienziati, tecnici, imprenditori e politici si stanno impegnando per portare l’Europa a produrre dapprima la sua elettricità e poi l’intera sua energia quasi esclusivamente da fonti rinnovabili, un traguardo ancora ritenuto impossibile da molti. È significativo che i due pionieri solari Piccard e Borschberg siano svizzeri, così come l’azienda che ha costruito Solar Impulse e il Politecnico di Losanna, che ha partecipato alla sua progettazione. La Svizzera, infatti, è il primo Paese al mondo il cui governo si è dato l’obiettivo per il 2050 di diventare una «società a 2000 watt», cioè di ridurre di due terzi (da 6000 a 2000 watt) l’uso pro capite di energia, ricorrendo principalmente alle energie rinnovabili e quasi abbandonando le energie fossili.Se la silhouette di Solar Impulse sarà un’icona che riassume e avvicina l’era delle energie rinnovabili, ciò ben ripagherebbe i costi del progetto. Comparando quei due simboli futuristici, il Concorde e Solar Impulse, viene proprio da dire che «il futuro non è più quello di una volta».
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