venerdì 1 luglio 2016
​Considerato uno dei massimi autori del nostro tempo, aveva 93 anni. Centrale la riflessione su Keats, mentre tra i letterati del Novecento Bonnefoy si è occupato di Rilke, Yeats, Heaney
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È morto venerdì primo luglio a Parigi Yves Bonnefoy, uno dei più grandi poeti francesi contemporanei.

 

Yves Bonnefoy era nato a Tours il 24 giugno 1923 ed è morto venerdì primo luglio a Parigi, città dove aveva i suoi luoghi elettivi: la sua casa in Rue Lepic e il Collège de France, dove nel 1981 fu nominato alla cattedra di Studi comparati della funzione poetica. Considerato uno dei massimi poeti del nostro tempo, alla sua vasta opera in versi, tradotta in ogni parte del mondo, corrisponde un’attività di critico e storico d’arte straordinaria, con saggi particolarmente importanti sull’arte italiana, come Un sogno fatto a Mantova e Roma, 1630. L’orizzonte del primo barocco.

Importantissima la sua saggistica sulla letteratura: i suoi scritti su Shakespeare, Rimbaud, Baudelaire, Ariosto, Leopardi e molti altri lo pongono ai vertici della riflessione europea sulla letteratura e il pensiero, accanto a Steiner, a qualche opera di Starobinski, e pochi altri. Imponente la traduzione del teatro di Shakespeare che diviene, accanto al suo trattato antropologico Dizionario delle mitologie e delle religioni (Rizzoli 1989) uno dei pilastri conoscitivi su cui fonda la sua visione. Centrale la riflessione su Keats, mentre tra gli autori del Novecento Bonnefoy si è occupato di Rilke, Yeats, Heaney. Straordinarie le traduzioni da Leopardi e Petrarca, e in genere la riflessione sulla lingua, la poesia, l’arte italiana; tra cui si ricordano i saggi su Giacometti e Morandi. Il padre era operaio montatore nelle officine ferroviarie; la madre, Hélène Maury, era stata prima infermiera e poi insegnante. Yves Bonnefoy si trasferì a Parigi nel 1943.

Sposato dal 1968 con Lucy Vines, pittrice, ha avuto nel 1972 una figlia, Mathilde, montatrice cinematografica. Dopo gli studi di filosofia, prima alla Sorbona e poi con Gaston Bachelard, si accostò al Surrealismo, ben presto staccandosene nettamente. Ha ricevuto in tutto il mondo numerosi premi, tra i quali il gran premio della poesia dell’Académie française (1981), il premio Balzan (1995), il Grinzane Cavour (1997), il premio Franz Kafka (2007) e il gran premio di poesia Pierrette Micheloud (2011). Ha ricevuto lauree honoris causa da moltissime università in tutto il mondo, tra le quali quella di Neuchâtel, l’American College di Parigi, l’università di Chicago, il Trinity College di Dublino, le università di Edimburgo, Roma Tre, Oxford, Siena e Napoli L’Orientale.

Nel 1984 l’allora ministro Jack Lang l’ha nominato Commendatore dell’Ordine delle Arti e delle Lettere. Tra i libri di poesia, dopo il leggendario Movimento e immobilità di Douve (1953), Nell’insidia della soglia, Pietra scritta, L’uva di Zeusi e altre favole, Ieri deserto regnante. Nel 2010 è stata pubblicata in italiano nei Meridiani Mondadori la sua produzione in versi, L’opera poetica, a cura e con un saggio introduttivo di Fabio Scotto Editore. Anche in tarda età ha continuato a scrivere incessantemente saggi (fondamentali almeno uno sull’eternità di Shakespare e uno su Ariosto) , libri di poesia, di cui i due più recenti – Encore ensemble e Le escharpe rouge – sono in libreria in Francia da poco più di un mese.

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