lunedì 17 giugno 2013
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Per tanti celebri viaggiatori, il contrasto fra le verdi e fredde pianure del Nord francese e lo stagliarsi delle granitiche cattedrali gotiche rappresentò un dato estetico e spirituale sconvolgente. E ancora all’inizio del secolo scorso, pure intellettuali come lo storico dell’arte Elie Faure o lo scrittore svizzero francofono Charles-Albert Cingria riassumevano in tale contrasto l’essenza della ricerca francese di assoluto. Proprio alla luce di questo sostrato secolare, dunque, l’attuale riscoperta diurna e notturna delle grandi cattedrali d’Oltralpe è un evento che probabilmente sovrasta le cicliche proposte legate al "consumo" turistico di monumenti e paesaggi. A lungo trascurate o bistrattate, tante cattedrali tornano a brillare grazie a una vasta campagna nazionale di restauri cominciata qualche anno fa e ancora in corso. Ne ha beneficiato anche la cattedrale Saint Pierre a Beauvais, capoluogo ad appena 80 km a nord di Parigi. E da venerdì scorso, l’opera si accende pure nottetempo grazie allo spettacolo di luci «La cattedrale infinita», affidata al sodalizio artistico Skertzò, già noto per le iridescenze notturne proiettate su due altre celebri cattedrali di pianura: quelle di Reims e Amiens, rispettivamente con le scenografie «Sogno di colori» e «La cattedrale vestita di colore». Anche Chartres sperimenta quest’anno i giochi di luce notturni su 29 edifici cittadini, primo tra tutta la cattedrale. Per la cattedrale Saint-Pierre di Beauvais, che possiede l’abside gotica più alta del mondo, si può parlare di autentica rinascita agli occhi della città e della Francia, dopo decenni d’incuria dovuta anche ad amministrazioni distratte. Allo Stato o ai comuni, infatti, spetta la proprietà di tali gioielli architettonici. Le luci di Skertzò, proiettate per 3 mesi nei fine settimana fino al 14 settembre, acquistano a Beauvais effetti impressionanti per via della verticalità dell’opera duecentesca, che sfida a tal punto le leggi della statica da aver subito nel tempo crolli e ricostruzioni, rimanendo ancor oggi ampiamente incompleta rispetto al piano iniziale. All’interno, il coro sale vertiginosamente fino a 48 metri e in proposito si può ricordare che gli architetti della parigina Notre-Dame, molto più prudenti, si fermarono a quota 33. Non a caso, tante cronache storiche di viaggio citano l’effetto particolare all’ingresso della cattedrale di Beauvais. La smisurata guglia centrale cinquecentesca, alta più di 150 metri, crollò rovinosamente dopo qualche anno, probabilmente a causa dei venti impetuosi della regione, risvegliando il ricordo della narrazione di Babele. Da allora, del resto, Beauvais è vista pure come un monito unico di pietra sugli eccessi umani. Adesso, la cattedrale Saint Pierre si candida ad uscire definitivamente dal cono d’ombra in cui era scivolata. Una condizione favorevole sta concorrendo alla riscoperta: da 15 anni, Beauvais è pure un’importante città di transito turistico low cost dotata di un aeroporto divenuto il nono scalo nazionale. Di fatto, ai milioni di turisti di passaggio diretti a Parigi basta quasi alzare gli occhi per scorgere la svettante cattedrale piccarda. Attorno a Saint-Pierre, il "quartiere episcopale" di Beauvais sta recuperando la dignità di cuore cittadino, grazie a ristrutturazioni ed eventi culturali anche all’insegna dell’arte sacra.
Fino al 18 agosto, alla Galleria nazionale della tappezzeria, che sorge proprio ai piedi della cattedrale, si potrà ad esempio visitare un’impressionante mostra degli arazzi policromi monumentali realizzati da Dom Robert (1907-1997), monaco benedettino sempre più riconosciuto negli ultimi anni come un gigante dell’arte transalpina novecentesca. E non lontano dal centro, è stato da poco restaurato e valorizzato pure il lebbrosario medievale, la Maladrerie Saint-Lazare, altra preziosa testimonianza del ricco passato spirituale della città. Su scala regionale, invece, Beauvais invita alla scoperta di tutta la «corona delle cattedrali gotiche piccarde», una sorta di diadema unico sul capo di Parigi. Le altre perle sono ad Amiens, Noyon, Laon, Soissons, Senlis. Notre-Dame di Amiens, fra l’altro, è la cattedrale più capiente di Francia. È anche un contesto denso e particolare dell’attualità a rendere ancor più profondo il senso della riscoperta di Beauvais e delle sue sorelle settentrionali. Più di 10 milioni di pellegrini visiteranno quest’anno a Parigi la cattedrale di Notre-Dame, che festeggia gli 850 anni. Attraverso conferenze, concerti ed altri eventi, sarà una splendida occasione per riaffermare e cogliere il legame fra le granitiche cattedrali e i tesori intangibili della spiritualità d’Oltralpe. Fu sotto le alte volte della cattedrale Saint-Pierre di Lisieux, ad esempio, che santa Teresa, ancora bambina, accolse la propria vocazione. Ma accanto ai nuovi contorni notturni splendenti di Saint-Pierre di Beauvais e alla scia di spiritualità nata a Saint-Pierre di Lisieux, una terza splendida cattedrale gotica intitolata a san Pietro, quella di Nantes, è stata bersaglio nottetempo solo una settimana fa di un assalto d’impressionante gravità, come provano le profanazioni e ferite vandaliche inferte soprattutto all’altare. E nell’anno delle celebrazioni, si sono moltiplicati i blitz incresciosi a Notre-Dame: quello di un estremista ultranazionalista suicida, accanto alle provocazioni delle ultrà femministe Femen. Come se l’eco fulgida delle nuove campane di Notre-Dame, simbolo dell’intero «mantello di cattedrali» d’Oltralpe, riproponesse pure un acuto confronto con le ombre dell’Esagono.
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