giovedì 27 giugno 2013
​Il procuratore capo della Capitale conferma. La vicenda muove da un verbale in cui l’ex prete Patrizio Poggi, dimesso dallo stato clericale per reati  di natura sessuale, denuncia un presunto “giro” di ragazzi a disposizione di nove religiosi.
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Il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, ha già «smentito categoricamente nel telegiornale delle 20 della rete La7 di martedì 25 giugno che sacerdoti della diocesi di Roma siano indagati per pedofilia sulla base della denunzia dell’ex prete Patrizio Poggi, dimesso nel 2007 dallo stato clericale per reati di natura sessuale su minori e che ha scontato la condanna nel carcere di Rebibbia».A ricordarlo è il secco comunicato diffuso ieri dal Vicariato di Roma riguardo alla diffusione di parte del verbale di denuncia, contenente i nomi di sacerdoti accusati dall’ex prete, fatto che «ha suscitato sconcerto e indignazione in Vicariato», e rispetto al quale il cardinale Agostino Vallini ha espresso «profonda amarezza» per la «diffusione di simili notizie calunniose». «Sono pienamente convinto – ha aggiunto il vicario di Roma, esprimendo la sua "piena fiducia" nella magistratura – che sarà smantellato il piano calunnioso, dimostrando non veritiere le affermazioni del Poggi, mosso forse da spirito di rivalsa o da risentimento personale».La vicenda muove da un verbale di parte in cui Poggi – ex viceparroco a Roma, che ha scontato a Rebibbia una condanna a cinque anni passata in giudicato per molestie su minori – ha denunciato ai Carabinieri un presunto "giro" in cui nove sacerdoti, un ex carabiniere e un sedicente agente dello spettacolo avrebbero coinvolto alcuni ragazzi romeni, minorenni e no, in incontri a sfondo sessuale. Poggi ha reso le dichiarazioni assistito dal suo legale, un consigliere della Nunziatura apostolica in Italia, che a titolo personale ne ha patrocinato la domanda, non accolta, di reintegro nello stato clericale, e da un altro sacerdote suo amico. Al momento risulta che gli indagati sono tre, tutti non sacerdoti.Nella nota del Vicariato il cardinale Vallini «esprime profonda amarezza per la diffusione di simili notizie calunniose che sparano nel mucchio in maniera generalizzata senza distinguere tra chi ha sbagliato, che deve pagare, e chi è calunniato»; nello stesso tempo «rinnova ai sacerdoti vicinanza, stima e affetto per il loro generoso ministero», e «condanna vivamente il fatto che organi di informazione si facciano megafono di notizie delittuose prive di riscontri oggettivi, violando le più elementari norme della deontologia giornalistica e del rispetto della privacy».«A chi giova – si domanda quindi il cardinale – creare un nuovo caso scandalistico e infangare le persone e il ministero di sacerdoti? È questo il modo di fare informazione? È un modo per screditare la Chiesa e i suoi ministri. Ognuno darà conto a Dio del suo operato». Il cardinale Vallini ricorda che «nel suo ministero episcopale si è impegnato da sempre per combattere i casi di eventuale immoralità del clero», e che «all’inizio del suo mandato visitò Poggi detenuto nel carcere di Rebibbia, e non si spiega un comportamento simile. Come mai in quella circostanza e nei colloqui successivi in Vicariato il Poggi non ha sentito il bisogno di denunziare al Vescovo i suoi ex confratelli?». La nota chiude annunciando che i «sacerdoti calunniati si riservano ogni azione legale a tutela della loro personale onorabilità».Il direttore del Tg di La7, Enrico Mentana, interpellato da Avvenire, ha preso atto dell’intervento del cardinale: «Nell’edizione serale abbiamo riferito della smentita indignata di Vallini e dato altri sviluppi del caso. Saremmo lieti – ha aggiunto – che tutto fosse falso, ma ci sembrava che fosse una notizia da dare». Al rilievo che si tratta di dichiarazioni tutte da riscontrare di una persona che potrebbe avere motivi di rivalsa, Mentana ha replicato che «tante vicende, a partire da Tangentopoli, sono partite così. E comunque noi andremo con i piedi di piombo». Le verifiche però si fanno prima di partire.<+copyright>
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