lunedì 19 novembre 2012
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Un bagliore. Una speran­za. Magari si rivelerà un’illusione, però adesso lo s’intravede. Hanno portato via dalla 'Vela gialla', a Scampia, un po’ di pannelli d’amianto: un sec­chiello d’acqua sottratto all’o­ceano che affoga questa gente, ma pur sempre un inizio. Hanno anche preso ad accatastare ai piedi della 'Vela celeste' – per portarlo via la prossima settima­na, giurano – altro amianto strap­pato alle case del palazzone. E non soltanto questo: la Asl ha spedito i suoi ispettori (addirit­tura) venti minuti dopo la telefo­nata che denunciava la presen­za di quintali d’amianto ed eter­nit abbandonati nei garage del­la 'Vela celeste', senza neppure essere stati (inutilmente) coper­ti con un telo di plastica. ARRIVANO I CAMION Gli operai arrivano alla 'Vela gialla' di buon mattino, infila­no tuta, guanti e mascherina. Portano giù pannelli d’amianto che impilano e poi avvolgono nella plastica. La solita storia: «Li lascerete qui?», chiediamo. «No, passa verso le tredici un ca­mion a portarli via». Uno stupi­do ci crederebbe. Altro giro, altra corsa fra i mean­dri di questa follia urbanistica. Sporcizia e umanità profonde. I bimbi vanno a scuola. E non im­porta il degrado, le donne lava­no e spazzano di gran lena i lun­ghi corridoi arrossati d’amian­to dipinto. Voci e odori sono quelli di un vicolo napoletano e le anime di queste case. Verso le undici arriva la Polizia, cercano un latitante. Gli agenti sono quasi in tenuta antisommossa: «Non siamo tutti camorristi qui», si lamenta una donna. L’ora di pranzo se n’è andata da un pezzo e camion non se ne vedono: come da vecchio co­pione, come volevasi dimostra­re. No. Arrivano alle quindici. Caricano quei pannelli e li por­tano via. Questa gente non cre­de ai suoi occhi, non era mai successo. Forse la denuncia di Avvenire, sabato scorso, è servi­ta a qualcosa. E LA ASL CORRE Giù, i sotterranei sono una di­scarica. Terra di nessuno. E fra i garage della 'Ve­la celeste' spun­ta una follia nella follia: quintali d’amianto sman­tellato e abban­donato. Polvere assassina laddo­ve i bambini vi­vono e giocano. Se la svigna a zampe levate un topo di 30 centimetri. Chiediamo ai poliziotti di se­guirci e venire a vedere. Lo fan­no. Guardano. Telefonano alla Asl: «Dovete venire. C’è un’e­norme quantità d’amianto pra­ticamente a cielo aperto». Ven­ti minuti (veri) dopo arrivano due ispettori dell’Azienda sani­taria. Anche loro scendono giù, guardano. Fanno fotografie. Ri­mangono qui tre quarti d’ora. E spiegano: «Adesso faremo la diffida al Comune. Perché por­ti via al più presto quest’a­mianto ». La Polizia chiede agli ispettori i nomi e spiega loro che vorrà seguire la vicenda. Non sarà la sola. «Abbiamo chiamato la Asl mille volte, non è mai venuta. Certo, perché chiamavamo noi, non i poli­ziotti », sussurra la donna di pri­ma. Non c’è più traccia di quel topo, dev’essersi spaventato per la confusione. VIA ENTRO TRE GIORNI Operai anche alla 'Vela celeste'. Smontano i pannelli verniciati di rosso, cioè amianto o eternit, e li accumulano sotto il palaz­zo. Le mamme si ribellano, non ci stanno, non ne possono più. Bloccano tutto. Viene ribattuto loro che l’amianto verrà porta­to via entro due o tre giorni, per­ché i camion qui sotto non pos­sono restare. E comincia la trat­tativa. Il risultato è una specie di... giuramento della ditta che si occupa del lavoro: «Sarà tol­to entro due o tre giorni». Ma in­tanto, anziché essere solo am­massato, viene chiuso dentro un 'gabbiotto' per evitare che sprigioni polvere...
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