Il
processo sulla sottrazione e la fuga delle
carte segrete della Santa Sede
riparte ed è subito colpo di scena. Il principale imputato,
monsignor
Lucio Vallejo Balda, posto agli arresti domiciliari a
dicembre, è stato nuovamente rinchiuso in cella in
Vaticano,
nella caserma della Gendarmeria.
Il provvedimento è stato deciso nei giorni scorsi dalla magistratura d'Oltretevere perchè Vallejo, ai domiciliari nel Collegio dei Penitenzieri, dopo la
precedente detenzione in cella durata due mesi, si sarebbe reso
responsabile di tentativi di inquinamento delle prove.
"
Vallejo Balda - ha spiegato padre
Federico Lombardi - ha
contravvenuto alla indicazione di non comunicare con l'esterno",
"una delle condizioni" in virtù delle quali gli erano stati
concessi gli arresti domiciliari.
Intanto l'altra protagonista del cosiddetto
Vatileaks 2, Francesca
Immacolata Chaouqui, ha chiesto a
Papa Francesco in
cui ha chiesto di essere svincolata dal "segreto pontificio" per
poter esercitare in pieno il suo diritto alla difesa. È stato
il suo avvocato, Laura Sgrò a chiedere di dare lettura della
lettera nel corso dell'udienza a porte chiuse di questa mattina.
Un'udienza tecnica, durata circa un'ora, per stabilire quali
materiali scrutinati dalle perizie informatiche acquisire agli
atti del processo in cui, oltre ai due ex componenti della
commissione
Cosea per la revisione delle finanze, Chaouqui e
Balda, sono coinvolti i giornalisti
Gianluigi Nuzzi e
Emiliano
Fittipaldi. Come gli interrogatori, così la lettura del testo
inviato al Papa da Immacolata Chaouqui, è stata rinviata alla
udienza di lunedì.
Intanto oggi, in aula, erano presenti "tutti gli imputati con i
loro avvocati". Padre
Federico Lombardi conversando con i
giornalisti ha assicurato che la prossima udienza "lunedì alle
15,30 sarà dibattimentale, con la possibile partecipazione del
pubblico". "Per ora rimaniamo a lunedì - ha aggiunto - poi il
Tribunale comunicherà" le successive tappe.