sabato 5 settembre 2015
Ucciso 5 anni fa forse per la lotta agli spacciatori. Pollica a Expo grazie alla "sua" dieta mediterranea. Il comune del Cilento ne porta avanti l’eredità amministrativa: lotta allo sballo e il cibo del sud che contribuì a rendere patrimonio Unesco.
COMMENTA E CONDIVIDI
Il 5 settembre 2010, alle 21,45, nove colpi di pistola fermavano la vita di Angelo Vassallo, il "sindaco pescatore" di Pollica simbolo della buona amministrazione. Dopo cinque anni la verità appare ancora lontana, ma la vita del coraggioso primo cittadino continua a dare buoni frutti, pur tra rischi di nuovi assalti dell’illegalità, droga in testa, quella che Vassallo aveva combattutto a viso aperto, contrastando la movida dello sballo che ora prova a riprendersi il territorio. Il piccolo paese del Cilento è all’Expo di Milano, capofila delle comunità emblematiche della dieta mediterranea, che Vassallo riuscì a far riconoscere dall’Unesco come Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità. «È il modo migliore per ricordare chi ha creato sul nostro territorio un modello di sviluppo locale da esportare» sottolinea l’attuale sindaco, Stefano Pisani che di Vassallo era amico e stretto collaboratore. «Non era un eroe – aggiunge – ma una persona normale che ha cambiato un pezzo di mondo. Noi lo ricordiamo fecendo le cose che lui voleva fare». Apprezzate ormai ovunque. E così all’Expo, nel padiglione Kip dedicato ai "territori attraenti per un mondo sostenibile", è stata scelta Pollica come capofila delle terre della dieta mediterranea, che comprende oltre all’Italia anche Croazia, Cipro, Portogallo, Marocco, Grecia, Spagna, e che vede valorizzato tutto lo splendido Cilento.  Una presenza che si è già concretizzata a giugno e luglio e si ripeterá dal 14 al 20 settembre e dal 19 al 25 ottobre. «Vogliamo raccontare al mondo – spiega Pisani – come la dieta mediterranea parta dal Cilento per diventare patrimonio di tutti. È il sogno di Angelo che si realizza». E non è solo una questione di prodotti, ma, aggiunge il sindaco, «un’occasione di dialogo e intermediazione con altri popoli del Mediterraneo, per contribuire a superare conflitti ideologici, politici e religiosi, frutto anche della povertà». Un tema di grande attualità sul quale Pollica nel nome del "sindaco pescatore" continua a scommettere come luogo di passaggio tra Nord e Sud del mondo, anche se, denuncia Pisani, «molti hanno fatto pressioni perché ci fosse tolto questo ruolo. È stata una battaglia vinta grazie alla memoria di Angelo e al lavoro di tanti. Ma senza alcun appoggio della regione Campania». Insomma, assicura il sindaco, «l’esempio di Vassallo non si è esaurito. Ma mentre prima pensavamo di farcela da soli oggi vediamo che è impossibile». Anche perché c’è chi continua a pensare a Pollica, in particolare al borgo marinaro di Acciaroli, la frazione di Vassallo, per ben altri "affari", come denuncia il figlio Antonio. «Fa rabbia sapere che quella stessa droga che mio padre ha cercato in tutti i modi di estirpare circoli ancora tra giovani che per divertirsi hanno bisogno di sballarsi». E che così, accusa «si gettano a braccia aperte sul banchetto di vizi e eccessi apparecchiato ad arte da persone che hanno perso decisamente la bussola e che credono di possedere la chiavi di questo paese». Una situazione che preoccupa. Ricordiamo che una delle piste dell’omicidio è proprio quella della droga contro la quale Vassallo combatteva personalmente. Pochi giorni prima di essere ucciso, in pieno centro di Acciaroli, aveva affrontato duramente alcuni spacciatori invitandoli a lasciare la zona. E l’unico indagato per l’omicidio è l’italo-brasiliano, Bruno Humberto Damiani De Paula, trafficante di droga legato alla camorra, fuggito in Sudamerica pochi giorni dopo, arrestato in Colombia il 17 febbraio 2014 e estradato in Italia il 2 aprile scorso. Un mondo che non vuole mollare l’affare. «Stiamo facendo di tutto per combatterli – spiega Pisani –. Non ci spaventano. Abbiamo chiuso un locale e mandiamo i vigili urbani per controllare il rispetto della chiusura alle 2. Ci vanno fuori orario e ci vado anch’io«. Ma, insiste, «da soli non ce la facciamo a combattere chi vorrebbe portare a Pollica scelte diverse. Abbiamo bisogno di una maggiore collaborazione di tutte le istituzioni. Noi facciamo la nostra parte. Abbiamo scelto la direzione giusta che ci ha indicato Angelo e non cambiamo. Ma ci preoccupa non avere ancora una verità sull’omicidio. Per la memoria che rischia di attenuarsi, per il nostro futuro».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: