sabato 28 marzo 2015
​Manca una posizione unitaria per arginare la malattia che sta colpendo gli ulivi di mezza Europa. 
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​Il tempo stringe, e in Europa cresce la preoccupazione per il batterio killer che ha attaccato gli ulivi pugliesi. Perché anche se da lunedì dovranno partire gli abbattimenti previsti dal Piano Silletti, dal Tar di Lecce è già arrivato il primo stop agli eradicamenti in un terreno. I paesi Ue, in particolare i produttori di olio Spagna, Francia e Grecia, vorrebbero vedere attuate rapidamente misure più radicali, dato che quelle adottate finora dall'Italia - e questo lo sottolinea anche la Commissione Ue - non sono state in grado di fermare il contagio della Xylella, che anzi si è esteso sino ad Oria nel brindisino. E il rischio, spiegano fonti comunitarie, è che con i 28 divisi la decisione a livello Ue - per quanto non blocchi le misure prese dalle autorità italiane - slitti ancora, e non arrivi "neanche a fine aprile". Dalla riunione degli esperti del Comitato permanente per la salute delle piante è infatti emerso, secondo le fonti comunitarie, che "al momento non c'è la necessaria maggioranza qualificata dei 28" per l'ok alle misure. E che saranno necessari ancora "molti negoziati" per arrivare a una posizione comune, tra i paesi che premono, l'Italia che sta assicurando di fare tutto il necessario, e chi vuole aspettare i risultati delle analisi scientifiche oltre alla nuova opinione dell'Efsa. Ma a Bruxelles non tutti gli addetti ai lavori condividono questa lettura della situazione, preferendo parlare di "normale dialettica tra i 28", con un "interesse condiviso di tutti, a partire dall'Italia, a trovare una soluzione" per fermare la Xylella. Per la prossima settimana gli stati membri dovranno presentare le loro osservazioni alle proposte di misure della Commissione, e c'è ottimismo sul fatto che a fine aprile le misure saranno adottate e che "arriverà la solidarietà europea" anche da un punto di vista finanziario. Finora l'Ue ha dato circa 1 mln di euro all'Italia, di cui 750mila per i controlli e 300 per il monitoraggio. Per i produttori colpiti dagli eradicamenti, invece, con la nuova Pac non sono previste - almeno per ora - compensazioni Ue. La Commissione, in ogni caso, preme per "strette misure precauzionali". Primo, l'eradicazione delle piante infette e sintomatiche, con una differenziazione degli interventi tra le zone a Nord di Lecce, più radicali, e a Sud, più leggeri e selettivi. Poi, la creazione di una zona cuscinetto di contenimento, la cui estensione è oggetto di discussione. A questo si aggiunge l'ampliamento della lista delle specie ospiti, altro punto controverso, che potrebbe passare dalle attuali 9 a un centinaio. E nelle zone oggetto di eradicazioni non potranno essere immediatamente ripiantate le specie sensibili alla Xylella. C'è poi, altro nodo, il divieto di movimento di piante vive e un giro di vite anche nei confronti di quelle provenienti dai paesi terzi. Proprio nei giorni scorsi  è arrivato l'allarme della Coldiretti per alcune piante ornamentali potenzialmente infette arrivate in Lombardia dal Costa Rica. "Si sa poco sulla Xylella - riconoscono le fonti comunitarie - siamo aperti a qualsiasi contributo per trovare soluzioni", ma "dobbiamo basare le nostre decisioni su fatti, cifre e scienza".
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