sabato 21 maggio 2016
​Nella Città del Vaticano dibattito tra il cardinale Ravasi e Franceschini sulla bellezza (guarda la registrazione). Il ministro è arrivato a bordo del treno storico delle Fs con un gruppo di malati oncologici.
«Il bello e il trascendente, anima della realtà»
COMMENTA E CONDIVIDI

​Dopo 45 minuti di viaggio, è arrivato alla stazione del Vaticano il treno della Fondazione Ferrovie dello Stato composto da 6 carrozze del 1928 e trainato da una locomotiva a vapore del 1918, partito questa mattina dal binario 21 della Stazione Termini. In Vaticano i 500 pellegrini, malati oncologici e loro familiari e amici, hanno raggiunto a piedi la Basilica di San Pietro passando di fronte alla residenza di Santa Marta e attraversando la Porta Santa, davanti alla Pietà del Michelangelo per ricevere il saluto e la benedizione del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Sul treno ha viaggiato anche il ministro dei Beni Culturali Enrico Franceschini, che a fine mattinata ha dialogato con Ravasi nell'ambito del Convegno "La Bellezza salverà il mondo, salviamo la bellezza", che accompagna l'inizativa "Un treno verso la vita" dell'associazione per i diritti dei pellegrini della salute CasAmica. Il dibattito sulla bellezza"Siamo l'unico Paese al mondo che ha la bellezza scritta tra i principi fondamentali della Costituzione: il fatto di avere l'articolo 9 che ci indica, tra i doveri istituzionali, la promozione e lo sviluppo dellacultura e la tutela del patrimonio storico e artistico della Nazione e del paesaggio dovrebbe davvero renderci orgogliosi". earth.jpgIl ministro dei Beni Culturali e Turismo Dario Franceschini riflette sul tema della bellezza, durante un incontro con il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, nella chiesa di Santo Stefano degli Abissini nella Città del Vaticano. "Oggi il terrorismo internazionale sceglie di colpire i siti archeologici, i musei, mandando le immagini ai media del mondo. È soltanto perché vengono distrutti i simboli di una religione e di un'identità diversa o forse quei siti vengono distrutti perché la bellezza unisce?", ha chiesto il ministro.

VAI AL LIVE STREAM DEL DIBATTITO 

Iv6IwBy3zuY;430;242
Due gli impegni da prendere, secondo il ministro Franceschini. La prima "operazione", che definisce "importante e lunga nel tempo" è "riavvicinare gli italiani al proprio patrimonio culturale" e "tramandarlo di generazione in generazione": "A volte io ho l'impressione che noi italiani, vivendo nella bellezza, non la vediamo", ha detto. Le iniziative di ingresso gratuito ai musei e l'incentivo fiscale dell'art bonus sono duemisure, ha ricordato il ministro, per "riavvicinare i cittadini, i privati, le imprese alla cultura". Il secondo impegno è "vedere la bellezza anche dove non si vede": "è più difficile trovarla in una periferia urbana, in una zona di degrado della città ma c'è anche lì", secondo Dario Franceschini e "la grande sfida è, non soltanto cullarci nella bellezza che hanno costruito le generazioni prima di noi, ma gestirla direttamente sul contemporaneo e sul presente, dove non si vede", attraverso iniziative di riqualificazione e valorizzazione. Durante l'incontro, al quale hanno partecipato, tra gli altri, anche Carla Fracci e Monica Guerritore, il cardinale Ravasi ha voluto portare il tema della bellezza nascosta alla sfera spirituale: "L'arte non rappresenta il visibile ma l'invisibile", ha detto, citando l'artista Paul Klee. "Che cos'è la religione se non questo?", ha poi domandato, sottolineandone la capacità di "insegnare il senso della vita". Dalla distinzione tra "bruttezza, aggettivo di tipo estetico, e bruttura, che ha invece un valore etico", Ravasi ha voluto fare, come ha detto lui stesso, "un'apologia del brutto", per aiutare a comprendere come la bellezza risieda nella complessità della vita, come sia costituita da "un volto di gioia e un volto di angoscia" e come sia la "redenzione e la trasfigurazione" del brutto "che rappresenta il respiro di dolore dell'umanità". "Il bello non è levigatezza, - ha spiegato - non è un dettato di belle parole cercate sul vocabolario. È invece la capacità di cogliere il trascendente, quello che non si vede, che però è l'anima della realtà".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: