Un decreto di fermo nei confronti di due cittadini di nazionalità afghana accusati di terrorismo internazionale è stato eseguito a Bari da Carabinieri del Nucleo Investigativo e del Ros. Secondo le indagini coordinate dalla Dda di Bari, i fermati
progettavano attentati in Italia e in Inghilterra. Altre tre persone sono indagate e sottoposte a fermo.
In manette sono finiti il 23enne afghano Hakim Nasiri,
accusato di terrorismo internazionale, domiciliato presso il
Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) di
Bari-Palese, con lo status di protezione sussidiaria
riconosciuto il 5 maggio 2016; e
il 29enne afghano Gulistan
Ahmadzai, accusato di favoreggiamento dell'immigrazione
clandestina, domiciliato presso Borgo Libertà a Cerignola
(Foggia), con lo status di protezione umanitaria riconosciuto
nel settembre 2011.
Le indagini sono partite il 16
dicembre scorso quando i Carabinieri sono intervenuti presso
l'Ipercoop di Santa Caterina a Bari per la segnalazione di 4
stranieri sospetti. Uno di loro stava facendo
un video del
centro commerciale con il cellulare. Dall'analisi dei dati
contenuti nel suo telefono, poi sequestrato, gli investigatori
hanno trovato anche un video dell'area interna dell'aeroporto di
Bari-Palese. Altre immagini registrate a
Londra: in particolare il centro commerciale West India Quay, appartamenti, un cinema, un centro benessere, un ristorante e hotel di lusso. Compaiono anche il
Circo Massimo e il Colosseo. Secondo
la Dda, "l'organizzazione predisponeva, mediante la preventiva
ispezione dello stato dei luoghi (anche con documentazione
fotografica e video), attentati terroristici presso aeroporti,
porti, mezzi delle forze dell'ordine, centri commerciali,
alberghi, oltre che altri imprecisati attentati terroristici in
Italia e Inghilterra".
Immagini di armi, di militanti
talebani, file audio scaricati dal web con preghiere, proseliti
e indottrinamenti di matrice islamica radicale, video con
tributi ai parenti e amici detenuti nel campo di prigionia di
Guantanamo sono solo alcuni dei documenti estrapolati dai
telefonini degli afghani fermati. "La cellula terroristica - si legge nel
provvedimento di fermo - diffondeva l'ideologia violenta della
guerra santa e le tecniche di combattimento (manuali operativi,
manuali di fabbricazione di esplosivi) mediante lo strumento di
internet".
Secondo le indagini della Dda di Bari, i
fermati farebbero parte di una associazione per delinquere con "finalità di terrorismo internazionale, in Italia e all'estero, realizzando anche in Italia (oltre che in Francia, in Belgio) un'associazione criminale, costituente articolazione o comunque una rete di sostegno logistico di una organizzazione eversiva sovranazionale di matrice confessionale, funzionalmente collegata all'organizzazione terroristica internazionale denominata Daesh, all'emirato Islamico dell'Afghanistan e di Al Qaeda".
Gli indagati avrebbero dato infatti - secondo l'accusa - "sostegno a soggetti disponibili a compiere azioni suicide o azioni combattenti nell'ambito di paesi stranieri, ed in particolare in Iraq e Afghanistan con modalità di combattimento"