giovedì 10 aprile 2014
Procura contro Tribunale: il Comune di Grosseto non può essere obbligato a registrare nozze gay. La Nota della Cei
Il giurista Nicolussi: no a ideologia dell'indifferenziato
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«La decisione con la quale il Tribunale di Grosseto ha disposto la trascrizione, nei registri di stato civile del Comune, di un matrimonio contratto all’estero fra persone dello stesso sesso, suscita gravi interrogativi e non poche riserve». La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana commenta con preoccupazione la sentenza (LEGGI ) con cui il Tribunale di Grosseto ha accolto il ricorso dell’architetto Giuseppe Chigiotti e del suo compagno, il giornalista Stefano Bucci, sposatisi a New York il 6 dicembre 2012, per veder riconosciuta la loro unione. Ieri pomeriggio, la Procura di Grosseto ha espresso la volontà di impugnare l’atto. «Per fortuna – ha dichiarato il Procuratore capo Francesco Verusio – esiste una sentenza della Cassazione che dice chiaramente che non si può fare». È sull’interpretazione della sentenza della prima sezione civile della Suprema Corte che si gioca la battaglia in punta di diritto. La Cassazione a marzo del 2012 aveva emesso una sentenza, la numero 4184, nella quale – pur negando a due cittadini italiani che nel 2002 si erano sposati in Olanda la possibilità di trascrivere il loro matrimonio anche nel registro dello stato civile del Comune di Latina – aveva statuito che aI componenti della coppia omosessuale, conviventi in stabile relazione di fatto»  pur non potendo «far valere né il diritto a contrarre matrimonio né il diritto alla trascrizione del matrimonio contratto all’estero», possono  tuttavia «adire i giudici comuni per far valere, in presenza di specifiche situazioni, il diritto a un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata». E questo, ha stabilito la Suprema Corte, a prescindere dall’intervento del legislatore in materia.La coppia toscana, dunque, una volta ricevuto il no dell’Ufficiale dello stato civile del Comune di Grosseto alla trascrizione del matrimonio newyorkese, ha optato per il ricorso al giudice ordinario. Mercoledì è arrivata la sentenza. Il giudice, nonostante il parere sfavorevole del pubblico ministero all’accoglimento del ricorso scrive che «il matrimonio civile tra persone dello stesso sesso celebrato all’estero non è inesistente per lo Stato italiano e non è contrario all’ordine pubblico». Questo, la Suprema Corte lo avrebbe riconosciuto («sia pure non esplicitamente», ammette il Tribunale) nella motivazione della sentenza del 2012, richiamando a sua volta la pronuncia della Corte europea dei diritti dell’uomo del 24 giugno 2010, che stabilì di non ritenere più che il diritto al matrimonio dovesse essere limitato in tutti i casi al matrimonio «tra persone di sesso opposto» avendo, il matrimonio, «acquistato un nuovo e più ampio contenuto, inclusivo anche del matrimonio contratto tra due persone dello stesso sesso».Il Tribunale di Grosseto si rifà poi alle norme di riferimento per la trascrizione degli atti di matrimonio celebrati all’estero, ritenendo che «l’atto di matrimonio – si legge nella sentenza – oggetto del ricorso possa essere trascritto nei registri dello stato civile del Comune di Grosseto non essendo ravvisabile nel caso di specie alcuno degli impedimenti» derivanti dalle norme in vigore. Questo perché, secondo il Tribunale di Grosseto, «il matrimonio civile tra persone dello stesso sesso celebrato all’estero non è contrario all’ordine pubblico» e perché nel codice civile «non è individuabile alcun riferimento al sesso in relazione alle condizioni necessarie per contrarre matrimonio». In più "è incontestato - si legge ancora  - che il matrimonio celebrato all’estero è valido, quanto alla forma, se è considerato tale dalla legge del luogo della celebrazione». Infine «non essendo previsto nel nostro ordinamento alcun ulteriore e diverso impedimento, derivante da disposizioni di legge, alla trascrizione di un atto di matrimonio celebrato all’estero» e «non avendo tale trascrizioni alcuna natura costitutiva, ma soltanto certificativa e di pubblicità di un atto già valido», ha ordinato all’ufficiale di stato civile del Comune di Grosseto di trascrivere l’atto di matrimonio. VEDI la dichiarazione della presidenza della Cei
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