sabato 23 maggio 2015
La Procura di Milano: il marocchino arrestato a Gaggiano è l'uomo ricercato dalle autorità tunisine. Ma si deve capire se è veramente coinvolto nell'attentato.
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​Nessuno scambio di persona. Dopo giorni di indagini, inquirenti e investigatori di Milano, grazie anche a ulteriori scambi di informazioni con Tunisi, sono certi che Abdel Majid Touil, il marocchino arrestato martedì scorso per la strage al museo del Bardo, è la persona indicata nel mandato di cattura trasmesso dalle autorità tunisine. Dopo qualche dubbio nato non solo dal fatto che inizialmente Touil era stato indicato come l'autore materiale dell'attentato del 18 marzo, giorno in cui secondo gli accertamenti di Digos e Ros era in Italia, ma anche da una foto del presunto terrorista diversa dal volto del 22enne pubblicata su un sito tunisino, ora Procura e polizia giudiziaria sono arrivati alla conclusione che non c'è stato alcun errore e quindi nessuno scambio di persona. A comprovare che non si è verificato alcuno scambio di persona ci sarebbero anche alcuni documenti trasmessi da Tunisi a inquirenti e investigatori. Tra questi anche il numero del passaporto che Touil avrebbe usato per arrivare dal Marocco in Tunisia in aereo, prima di varcare il confine con la Libia e imbarcarsi alla volta della Sicilia per raggiungere i suoi familiari a Gaggiano, alle porte di Milano. Inoltre, a allontanare i dubbi, ci sarebbe l'intervista del portavoce del ministero dell'Interno di Tunisia, Mohamed Ali Aroui che ha assicurato di essere assolutamente certo della colpevolezza di Touil il quale avrebbe dato un supporto logistico all'attentato dove sono morte 24 persone tra cui 4 turisti italiani . "Sono stati gli altri arrestati a parlare di lui - ha spiegato il portavoce - e dell'altro marocchino. I marocchini erano in due, uno è lui e l'abbiamo arrestato, l'altro è ricercato". Intanto le indagini milanesi proseguono, anche in collaborazione con la Procura di Roma dove è aperto un fascicolo per la morte dei 4 italiani, con l'analisi delle 2 pen drive, del cellulare e delle schede sim sequestrate al marocchino, con l'obiettivo, tra l'altro di arrivare a ricostruire la sua rete di rapporti in Italia e nei paesi del Nord Africa ed eventuali contatti con esponenti dell'integralismo jihadisti. Decisivo si prospetta lo scambio di informazione Italia-Tunisia e l'arrivo delle carte delle indagini delle autorità tunisine secondo le quali Touil, da ieri in una cella di alta sicurezza nel carcere di Opera, avrebbe fornito supporto logistico all'attentato.
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