venerdì 28 settembre 2012
​Circa 200 persone sono state allontanate dal grande accampamento abusivo alla periferia di Roma. Le realtà ecclesiali denunciano: «Trattamento dei minori non degno di un Paese civile». Sorpreso il ministro Riccardi: esigenze di consenso hanno prevalso sulla ricerca di soluzioni ragionevoli ed equilibrate.
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«Ciò a cui hanno assistito stamane il Direttore della Caritas di Roma, monsignor Enrico Feroci, e i volontari della Comunità di Sant'Egidio al campo di Tor de Cenci è qualcosa che non appartiene alla nostra cultura e al rispetto dei diritti umani e del fanciullo, che vorremmo non appartenesse alla nostra amata città di Roma. Abbiamo un'amara certezza: se ci fossero stati altri bambini in quel campo invece dei bambini Rom le modalità, le attenzioni, il linguaggio, sarebbero stati altri». È la denuncia congiunta della Caritas di Roma e della Comunità di Sant'Egidio sulle modalità con cui stamane si è svolto lo sgombero dei nomadi dal campo di Tor dè Cenci a Roma.   Denunciano soprattutto il «modo violento e incivile con cui è stato urlato agli abitanti del campo di andare via e la fretta con cui si è dato seguito allo sgombero senza programmare pronte alternative dignitose. Ciò che colpisce è il trattamento riservato ai minori, di fronte ai quali è stato inscenato uno spettacolo non degno di un'amministrazione di un Paese civile, capitale di uno stato fondatore dell'UE e patria del diritto».Caritas e Sant'Egidio raccontano che vigili urbani e polizia di stato «senza chiudere l'area, senza allontanare le persone che vi abitavano», hanno iniziato a distruggere i container che fungevano da oltre 15 anni da abitazioni per i rom. Le ruspe hanno distrutto uno dopo l'altro i circa 50 container collocati lì dalle precedenti amministrazioni e pagati con soldi pubblici.Le ruspe hanno distrutto tutto davanti agli occhi dei bambini che in quelle "case" avevano dormito fino ad un ora prima, esterrefatti, arrabbiati, atterriti, piangenti. «Il pianto di quei bambini è un macigno sulla coscienza di chi ha voluto e realizzato lo sgombero in questo modo indegno di una città considerata per secoli communis patria».Anche il ministro Andrea Riccardi ha espresso il suo stupore per le modalità e la repentinità dello sgomberodel campo rom di Tor dè Cenci. «Avevo incontrato due giorni fa il sindaco Alemanno - prosegue Riccardi - e gli avevo chiesto di riflettere sulla delicata situazione di Tor dè Cenci. Evidentemente esigenze di consenso hanno prevalso sulla ricerca di soluzioni ragionevoli ed equilibrate». Soddisfatto invece il sindaco di Roma: «Lo sgombero del campo di Tor de Cenci è una cosa giusta perchè ci permette di completare il nostro piano nomadi. Evitare così campi abusivi tollerati, per avere solo campi regolari, controllati dove c'è integrazione e sicurezza», ha commentato Gianni Alemanno.Quello di Tor de Cenci è l'ultimo dei grandi campi che doveva essere smantellato in base al "Piano nomadi" del comune. Si chiude così un lungo braccio di ferro che aveva visto nei mesi scorsi contrapposte le comunità residenti nel campo e l'amministrazione comunale. I rom avevano fatto ricorso al Tar del Lazio, ma ieri sera è arrivata una sentenza a loro sfavorevole. Questa mattina alle sette è partito lo sgombero da parte della Polizia municipale e della Polizia. Roulotte e container sono stati rasi al suolo. Erano circa duecento gli abitanti del campo. Molte proteste da parte delle famiglie rom che lamentano di non aver avuto il tempo di portare via tutti i loro averi dalle case prima che le ruspe le demolissero.
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