giovedì 8 settembre 2016
​​Audizione alla Camera del capo della Protezione civile: il percorso sarà lungo ma faremo rinascere i borghi. (Alessia Guerrieri)
Sisma, 4.500 sfollati in 7 mesi nelle «casette»
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​​Il percorso sarà lungo, anche se condiviso con la popolazione. I tempi tecnici, oltre che la programmazione per andare più speditamente nella ricostruzione, sono principalmente riferiti alla costruzione delle casette che gli abitanti hanno scelto come soluzione-ponte tra le tende e il rientro nelle proprie case. E per ultimarle “ci vorranno al massimo sette mesi”, sia per le opere di urbanizzazione necessarie che per la definizione precisa dei nuclei che le riempiranno. Ma, nel frattempo, la corsa contro il freddo impone di far sgomberare le tendopoli nel più breve tempo possibile e perciò sono state messe in campo “tre soluzioni: il contributo di autonoma sistemazione per chi non graverà sull’assistenza, il trasferimento negli alberghi già incominciato dal Comune di Accumoli e la proposta di Amatrice solidale per mettere a disposizione degli sfollati le seconde case agibili”. Il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, questa mattina in commissione Ambiente della Camera spiega punto per punto la fase dell’emergenza “ancora non conclusa, visto che a quattordici giorni dal sisma ci sono aree in cui il soccorso non si fermato”. Senza nascondere però le questioni aperte nella fase di assistenza alla popolazione, come il fatto che ad Amatrice ad esempio “non sono ancora pronti ad allontanarsi” e fanno resistenza a lasciare le tende. Sotto le case blu, ad oggi, “ci sono 4500 persone, che non vuol dire 4500 case inagibili” – spiega Curcio – perché c’è chi ha paura di rientrare in casa anche se agibile. E non c’è alcuna volontà di “forzare questa gente”. L’attenzione alla dignità delle persone è anche il punto di partenza del ragionamento del commissario Vasco Errani, in visita oggi nella tendopoli di Montegallo (Ascoli Piceno), ricordando che “l’obiettivo comune è ricostruire bene”. Per la rinascita dei borghi del centro Italia, sicuramente verrà chiesta anche maggiore flessibilità all’Europa, oltre che l’attivazione del Fondo europeo di solidarietà. Da Bruxelles, proprio stamane, il commissario Ue alle Politiche regionali Corina Cretu ha confermato “la sua disponibilità per riprogrammare i fondi Ue” per la ricostruzione e misure mirate per mettere in sicurezza gli edifici.
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