martedì 24 novembre 2015
Il processo "riprenderà il 30 novembre" ha spiegato il presidente del Tribunale della Santa Sede. Il Promotore di giustizia aggiunto: "La contestazione sta nell'acquisizione dei documenti in modo illecito". GLI ELEMENTI DEL PROCESSO
Tempi rapidi per il processo in Vaticano
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Il processo per il furto di documenti in Vaticano "riprenderà lunedì 30 novembre e proseguirà "tutti i giorni e se necessario anche di pomeriggio", ha affermato il presidente del Tribunale della Santa Sede Giuseppe Dalla Torre.

Lunedì prossimo sarà presa in esame la posizione di monsignor Vallejo Balda e di Chaouqui.

COSA È SUCCESSO NELLA PRIMA UDIENZA?

Al via nel Tribunale della Città del Vaticano, la prima udienza del processo penale per il furto di documenti riservati, di cui parte è stata pubblicata poi nei libri dei due giornalisti Gianluigi Nuzzi (autore del libro “Via Crucis”) ed Emiliano Fittipaldi (autore del volume “Avarizia”) che figurano tra gli imputati. Alla sbarra, oltre ai due cronisti, monsignor Angel Lucio Vallejo Balda, Francesca Immacolata Chaouqui e Nicola Maio. Tutti e 5 sono imputati di reati connessi con la divulgazione di notizie e documenti riservati.

Padre Lombardi, portavoce della Santa Sede, ha fatto sapere che non era presente la parte lesa nella persona del Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin.

Nella prima udienza dovevano costituirsi le parti e dovevano essere presentate le eccezioni preliminari, ma il tribunale le ha rigettate tutte.

Nel dettaglio ha respinto l'istanza di nullità del capo d'imputazione che riguarda Emiliano Fittipaldi, avanzata dalla difesa del giornalista. In particolare, come ha spiegato lo stesso Fittipaldi, in una dichiarazione spontanea, la presunta nullità del capo di imputazione e di conseguenza del rinvio a giudizio era basata sul fatto che i capi d'imputazione erano solo enunciati ma senza "la benchè minima descrizione del fatto che viene addebitato".

Si tratta, ha spiegato Fittipaldi, di "una condizione di indeterminatezza del tutto inaccettabile, perché pone l'imputato nella condizione di non sapere da cosa doversi difendere e la Pubblica Accusa di poter in ogni momento estendere il riferimento della incriminazione a uno qualunque dei documenti o delle notizie contenute nel mio libro".

L'avvocato difensore di Fittipaldi, Lucia Musso, ha poi formalizzato la richiesta precisando che solo a pagina 8 di un decreto di 10 pagine viene citato il suo cliente, ma anche in quella riga non si comprende la contestazione che gli viene mossa e quindi per lui è impossibile difendersi. Il promotore di giustizia aggiunto, Roberto Zannotti, ha replicato che nel rinvio ci sono gli elementi necessari, cioè i capi di accusa e le eventuali aggravanti. Il fatto che i capi d'accusa siano solo enunciati non significa che non esiste impossibilità di capire gli addebiti.

Dopo una camera di consiglio di 43 minuti la Corte, presieduta da Giuseppe Dalla Torre, ha dichiarato l'"infondatezza" della richiesta di Fittipaldi, chiarendo che "tutto è spiegato al capo B, acquisizione di documenti e notizie, l'ufficio del promotore di giustizia insiste per il rigetto".

Il Tribunale - a capo il presidente Giuseppe Dalla Torre - ha respinto anche la richiesta dei termini a difesa avanzata dall'avvocato Emanuela Bellardini per monsignor Vallejo Balda, motivata dal fatto che il precedente difensore ha rinunciato all'incarico e quindi gli atti le sono stati dati solo ieri. Il Tribunale ha motivato la sua decisione con il fatto che la prossima udienza sarà solo il 30 novembre e la scadenza per la consegna delle prove a discolpa il 28, quindi la necessità di prendere visione degli atti è soddisfatta.

 

Il promotore di Giustizia: «La contestazione sta nell'aver acquisito i documenti in modo illecito»

Il presidente Dalla Torre ha anche comunicato che sulla richiesta da parte di monsignor Vallejo Balda, Chaouqui e Nuzzi di avere avvocati di fiducia, non iscritti alla Rota romana, dovrà pronunciarsi la Corte di Appello, il cui presidente è fuori Roma. "In Vaticano non c'è la volontà di conculcare la libertà di stampa, che è un diritto riconosciuto in Italia ma anche nello Stato Vaticano", ha affermato nell'aula del Tribunale Vaticano il promotore di giustizia aggiunto Roberto Zannotti, replicando alle dichiarazioni spontanee rese da Fittipaldi. Il pg ha precisato che quello iniziato oggi "non è un processo sulla pubblicazione di documenti, ma sulla modalità di acquisizione dei documenti". "I fatti - ha detto - verranno specificati ancor meglio nel Dibattimento. Contestazione sta nel fatto di aver acquisito documenti in maniera illecita".

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