mercoledì 26 marzo 2014
COMMENTA E CONDIVIDI
Mettersi insieme, lavorando in rete per condividere iniziative e aspetti sociali e culturali dei diversi quartieri di Palermo con l'intento di migliorane la qualità della vita. Con questo auspicio nasce nel capoluogo siciliano 'Social Street Palermo". Social Street Palermo è un progetto di partecipazione dal basso che già coinvolge 40 gruppi cittadini e che consente, infatti, di conoscere attraverso i social network persone con le quali condividere attività quotidiane.Tra le proposte attività ludiche per i bambini, gruppi di lettura per gli anziani, e per i pollici verdi il mantenimento di aiuole e giardinetti e la costituzione dell'orto urbano di condominio. Le social street a Palermo - racconta Redattore Sociale - agevoleranno anche l'amministrazione che potrà ascoltare più rapidamente la voce dei cittadini riguardo anche ai problemi. A lanciare l'idea è stata l'agenzia pubblicitaria Altraforma, che ha realizzato, oltre a un sito web, anche dei gruppi su Facebook, nei quali chi vuole può iscriversi in base a un'appartenenza territoriale o culturale.Sabato scorso, alcuni gruppi sono già stati presentati alla Real Fonderia: quelli attivi sono Sciuti-Restivo, Partanna Mondello, Mondello Valdesi, Centro storico - Capo, Centro storico- Teatro Massimo, Ballarò, Vucciria, Zisa-Via Lascaris, Malaspina-Lolli, Uditore, Cruillas, Fiera, Noce, Politeama, Cittadella universitaria, Calatafimi, Borgo Nuovo, Policlinico, Bonagia, Montepellegrino, Laurana. Ciascun capogruppo ha presentato la lista delle iniziative da proporre agli aderenti. Il numero dei partecipanti aumenta quotidianamente attraverso le adesioni ai gruppi creati su Facebook oppure attraverso il sito www.socialstreetpalermo.it.Diverse le associazioni coinvolte nel progetto: Centro Tau, Coworking Re Federico, Fare strada Palermo, Parco Turrisi, Ali cooperativa, Parco Luparello e la Piazzetta Mediterraneo. Per i sociologi di Palermo Fabio Lo Verde e Gianna Cappello ci sarà il compito di monitorare i risultati del progetto e valutarli dal punto di vista scientifico.Il progetto ha già creato, infatti, una comunità di cittadini solidali e partecipativi che stanno proponendo iniziative collettive fra gli abitanti di una stessa zona o quartiere. La social street del centro storico, attualmente la più numerosa, ha individuato, grazie al contributo di due cittadini, un problema relativo al vicolo della chiesa di Sant'Orsola, attualmente nel degrado. A breve verrà organizzato un evento con musica, proiezioni e cibo che verrà preparato dai partecipanti. La zona potrebbe diventare una sorta di 'quartier generale' per il fenomeno delle social street cittadine.C'è chi propone la condivisione del parcheggio: in città numerosi condomini sono provvisti di parcheggio. La mattina si potrebbe condividerlo con qualcuno, piuttosto che lasciarlo libero. C'è invece chi propone la nascita degli orti urbani e dei giochi per i bambini del quartiere. La Social street Zisa sarà inaugurata presto con una bella festa in piazza con musica e aperitivo multietnico. "L'idea - spiega Rosa Tinnirello, una delle fondatori di Social Street Palermo - parte dal modello dell'esperienza di Bologna. La città è di tutti soprattutto di chi la abita e la vive ogni giorno. Il progetto è un movimento di condivisione che non vuole sostituirsi alle associazioni nè alle istituzioni. L'obiettivo è quello di accrescere il senso della collettività e del bene comune, mettendo in comunicazione più persone di uno stesso quartiere che vogliono spendersi per migliorare la qualità della vita attraverso il metodo partecipativo e cooperativo. Insieme ai propri vicini si può creare un quartiere più vivibile, più bello, più pulito, più condiviso, insomma, si può vivere meglio e grazie ai social network tutti sono in grado di organizzarsi per fare qualsiasi cosa insieme. L'intento è quello di attivarsi personalmente per ciò che interessa il luogo in cui si abita, senza lamentarsi ma dando liberamente il proprio contributo anche in termini di proposta". "Social Street non si sostituisce alle 'belle' persone o realtà che già esistono, non è, infatti, un'alternativa alle associazioni. È esclusivamente un modo per organizzarsi grazie ai social media - ribadisce Angelo Zito, socio-fondatore del progetto -. Social street non vuole gestire le persone o le associazione ma vuole creare una metodologia per interagire insieme con tutta la libertà di movimento e di proposta che ci può essere. Noi vogliamo essere soltanto dei facilitatori di un sistema che più portare a migliorare la città".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: