lunedì 29 agosto 2016
I funerali delle 240 vittime laziali si terranno alle 18 nella cittadina distrutta dal sisma e non all'aeroporto di Rieti, dopo le proteste di cittadini e sindaci. Renzi: è giusto così. La terra continua a tremare. Ricostruzione: verso l'incarico a Vasco Errani.
Ad Amatrice i funerali delle vittime
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Le bare, 78, erano già state trasportate a valle. Il buon senso e la logistica suggerivano che il posto migliore per celebrare i funerali di Stato, oggi, sarebbe stato a Rieti, nell’hangar dell’aeroporto. Lontano dalle macerie, dalle strade interrotte, dal paese di montagna che non c’è più.

E invece prima ci sono i morti, «i nostri morti». È bastato sentirlo dire agli sfollati radunati in protesta davanti al centro operativo della Protezione civile già dalle prime ore della mattina per convincere il premier Matteo Renzi. Che nello spazio d’un tweet, come nel suo stile, ha subito rettificato: «I funerali delle vittime del #terremoto si terranno ad Amatrice, come chiedono il sindaco e la comunità locale. E come è giusto!». Qualche minuto dopo la telefonata col sindaco Sergio Pirozzi, per tranquillizzarlo. Poi gli accordi con la Prefettura di Rieti, che sulla prima soluzione aveva puntato anche per questioni – certo non trascurabili – di sicurezza.

Si apre e si chiude così il primo caso nelle zone terremotate del Centro Italia. Obiettivo delle istituzioni, come più volte sottolineato dallo stesso Renzi dal giorno della scossa, collaborare il più possibile con la popolazione locale: «C’è una ricostruzione da coordinare nel modo più saggio e più rapido. È giusto fare in fretta – ha detto ancora ieri il premier – ma ancora più giusto fare bene e soprattutto con il coinvolgimento di chi abita qui». Si comincia dai funerali, che si svolgeranno alle 18 di oggi nell’area dell’Istituto don Minozzi, adiacente al campo sportivo e all’eliporto. Una zona lontana dal centro collassato, nella parte moderna della cittadina, vicina al punto dove sono state sistemate le tendopoli. Ieri, nel tardo pomeriggio, le bare che erano state spedite a Rieti hanno ripreso la strada di casa.

Poi si proseguirà con la ricostruzione, che «dovrà avvenire nel modo più trasparente – ha assicurato ancora Renzi –, con l’aiuto di strutture che abbiamo voluto con forza come l’Autorità Anticorruzione presieduta da Cantone, ma anche con la massima trasparenza online. Ogni centesimo di aiuti sarà verificabile a cominciare da quelli inviati via sms dagli italiani». E ancora, ha assicurato il premier rifrendosi ai terremoti in Friuli, Umbria, Emilia, «dovremo prendere esempio da queste pagine positive. E fare del nostro meglio per restituire un tetto a queste famiglie e restituire un futuro a queste comunità, soprattutto tenendo viva la presenza delle comunità sul territorio. I luoghi hanno un’anima, non sono semplicemente dei borghi da cartolina. E l’anima gliela danno le storie delle persone, vecchi e bambini».

Ad Amatrice e in Italia – per l’occasione una seconda volta in lutto nazionale – sarà il giorno del dolore più grande. Toccherà al vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, celebrare i funerali solenni davanti a una popolazione distrutta. Il paese è quello ad aver pagato il tributo più alto di vittime al sisma: 231. Ed è praticamente raso al suolo. Tanto che per arrivare allo spiazzo del don Minozzi bisognerà fare un lungo pezzo di strada a piedi, per chi arriverà da fuori. Davanti all’altare 78 bare, con altri 78 nomi che saranno scanditi tra le lacrime e il silenzio. Altre 74 salme invece sono state già riconsegnate alle famiglie, che hanno richiesto il nulla osta di sepoltura e la possibilità di celebrare funzioni religiose private.

E poi ci sono gli altri, quelli che aspettano ancora i loro morti, altrove. Sono oltre una trentina le bare stipate in un garage di cemento grigio all’entrata del paese, lungo la direttrice che viene da Campotosto. È la rimessa di un’agenzia di pompe funebri, col suo tetto robusto di cemento armato che al sisma ha resistito. Un’altra beffa del terremoto. Lì stanno le vittime “in attesa”, quelle che alle famiglie non possono essere restituite per questioni di viabilità. Perché le strade per raggiungere case e fattorie sono bloccate. Tra loro ci sono anche le bare di Riccardo, 9 anni, di Pietro, 6. E quella della piccola Elisa, un anno e mezzo. Altri nomi che saranno letti, chissà dove, chissà quando. (Viviana Daloiso)La terra continua a tremareNuove scosse di terremoto - magnitudo 4.4 e 3.7 le due più forti - hanno scosso per tutta la giornata di ieri l'area colpita dal sisma e prodotto nuovi crolli. Ad Arquata del Tronto è crollato un merlo della torre inferiore della rocca cittadina, già lesionata dal sisma del 24 agosto. Quattro famiglie sgomberate in provincia di Ascoli. Nuovi danni anche nella scuola di Amatrice, uno degli edifici su cui si concentrerà l'attenzione degli inquirenti, chiamati ad accertare eventuali responsabilità nella gestione degli appalti e nei lavori di ristrutturazione del 2012. La politica è chiamata invece a guardare in avanti, proiettandosi fin d'ora sulla ricostruzione. Anche per questo, a sorpresa, il premier Renzi è volato a Genova dall'architetto e senatore a vita Renzo Piano, che sul Corriere della Sera ha proposto il suo modello di "cantieri leggeri" per non sradicare la gente dai luoghi in cui è nata e vissuta. Dopo la fase della primissima emergenza e del "soccorso d'urgenza, che comunque continuerà", nelle zone terremotate si passa ora "a una fase più assistenziale", ha spiegato Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile. Il numero delle vittime è attestato a 292, dopo che il precedente dato di 291 è stato rivisto sulla base delle comunicazioni della Prefettura di Rieti. Quanto ai dispersi, la cifra di 10 riferita dal sindaco di Amatrice, Pirozzi, è giudicata "attendibile". Nella notte i vigili del fuoco, dopo tre giorni di lavoro ininterrotto, hanno recuperato uno dei tre corpi ancora sepolti dalla macerie dell'Hotel Roma di Amatrice. Si tratta di una donna che si trovava in una stanza al primo piano dell'albergo e che, dopo il crollo, era finita sepolta sotto oltre 4 metri di macerie. I vigili del fuoco, dopo aver rimosso e tagliato le travi che impedivano il passaggio, sono riusciti ad estrarla poco fa. Sotto le macerie dell'hotel Roma ci sono sicuramente altri due corpi che sono stati già individuati. La situazione resta, ovviamente, molto difficile. L'onda sismica, che dalla notte del 24 agosto ha fatto registrare oltre 2.000 repliche, non si ferma e in montagna c'è rischio smottamenti, al punto che il Soccorso alpino ha sconsigliato escursioni sui monti Sibillini, catena incastonata tra Marche, Umbria e Lazio. Il maltempo previsto da martedì potrebbe peggiorare il quadro. Nelle tendopoli di Pescara e Arquata del Tronto è tornato il vescovo di Ascoli, Giovanni D'Ercole, che ieri aveva celebrato i funerali di 35 vittime, per la messa domenicale e per portare conforto. A testimoniare la vicinanza delle istituzioni è stata oggi Laura Boldrini, presidente della Camera che ha sottolineato i prossimi passaggi tecnico-legislativi, con un decreto del governo, per fissare gli interventi, che poi passerà alle Camere e con la legge di stabilità. Per la gestione della ricostruzione si profila l'ipotesi di un incarico di commissario affidato a Vasco Errani, che quand'era governatore dell'Emilia Romagna gestì bene il dopo-sisma nel 2012 nella sua regione. Mercoledì ad Amatrice arriverà il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini per una riunione con gli operatori della scuola: al centro la riapertura dell'anno scolastico e l'obiettivo di garantire un avvio regolare.

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