martedì 23 settembre 2014
Plateale protesta durante il rito sacro contro la decisione di depurare la pietà popolare da tradizioni discutibili. Decine di messaggi di sostegno da parte di associazioni e di fedeli.
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Solidarietà e vicinanza dei salernitani all’arcivescovo Luigi Moretti all’indomani della processione di san Matteo apostolo, un rito sacro – espressione della pietà popolare – che è diventato terreno di contestazione nei confronti dell’arcivescovo stesso. Eppure, il pastore dell’arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno, dopo un percorso con tutte le realtà ecclesiali durato un anno, ha operato scelte legittime e oculate proprio per favorire l’autentica espressione della fede popolare. Un cammino sollecitato dal documento della Conferenza episcopale campana "Evangelizzare la pietà popolare" e recepito con apposito decreto nell’arcidiocesi. Il dissenso non è stato espresso nei momenti e nelle sedi opportune ma mentre il corteo sacro attraversava le vie della città. Lo squallore delle forme usate denota l’urgenza di continuare la strada intrapresa. Occorre restituire al sacro un rito, come quello della processione, che a Salerno se non fosse stato per le preghiere dei tanti fedeli accorsi, intenzionati a vivere un’esperienza religiosa, sarebbe apparso solo come occasione per una colorita festa dallo stile discutibile. All’indomani della movimentata processione non sono mancati attestati di stima e solidarietà all’arcivescovo Luigi Moretti recapitati, anche a mano, alla portineria del palazzo arcivescovile da tanti fedeli. Don Michele Del Regno, interpretando il sentire di tutto il presbiterio che si è stretto intorno al suo pastore, afferma che l’arcivescovo é stato di grande esempio. «Le sue parole al termine della processione, "che Dio vi benedica", proferite a fronte degli insulti, mi hanno ricordato l’inciso di Gesù: – "Benedite coloro che vi maledicono" – . Un sincero grazie per il  grande esempio di coraggio che ha donato a noi parroci». Numerosi i messaggi di presa di distanza dall’accaduto anche dal mondo laico, come quello di Gianluca Mastrovito, presidente provinciale di Salerno delle Acli: «Il generoso e fedele servizio alla Chiesa salernitana, che ha voluto sin da subito tradurre ed interpretare con atti di umana prossimità, mostrando la più bella delle doti paterne, che nascono dall’ascolto e dalla testimonianza, impongono a noi delle Acli, uomini e donne che abitano il territorio promuovendone la cittadinanza attiva, il cui elemento costitutivo risiede nel senso di appartenenza, dunque capacità del riconoscersi dentro una comunitas, di esprimere il nostro più grande disagio, per quanto assistito nel corso dei festeggiamenti in onore di San Matteo». Il presidente provinciale delle Acli, auspicando poi che l’arcivescovo possa continuare «con slancio e fiducia», il suo ministero, assicura il sostegno e la vicinanza di tutto l’associazionismo cattolico.Toccante il bigliettino di un anziano fedele, emigrante rientrato in patria dopo una lunga permanenza all’estero: «Credevo di tornare e vivere gli ultimi anni di vita, in una città diventata europea e straordinaria. Dai proclami alla realtà il risveglio è stato breve. La prego di credere che noi salernitani non siamo tutti così. La vergogna, che per alcuni abbiamo provato tutti, è la spia dell’amore autentico che ancora portiamo per il nostro patrono san Matteo».  Da parte sua l’arcivescovo Luigi Moretti è apparso sereno e ha espresso la convinzione di continuare il cammino di annuncio e testimonianza.
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